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Da Gutenberg a Google

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A pochi giorni dall’ inizio dell’Università e dal rientro negli uffici, al termine di quella che può essere ribattezzata “L’estate dell’iPad”, un pensiero più o meno dichiarato fa capolino nella mente di tutti noi: come sarebbero le nostre giornate se invece che una borsa piena di libri, fogli sparsi e penne biro sempre scariche, potessimo andare a lavoro con tutto ciò che ci serve racchiuso in una tavoletta più piccola di un foglio A4 e che pesa poco più di un pacco di spaghetti? Spinti da questo quesito, o semplicemente incuriositi dalla strana coppia Gutenberg-Google presente nel titolo dell’evento, sono tanti coloro che sabato 4 Settembre alle 11.30 di mattina affollano il Chiostro di San Francesco a Sarzana, durante l’ormai internazionalmente famoso Festival della Mente, giunto alla sua settima edizione.

L’illustre ospite e relatore è Enrique Vila-Matas, Joyciano saggista spagnolo autore di una originalissima opera narrativa, che include romanzi, racconti, articoli e saggi tradotti in sedici lingue. Nel suo nuovo romanzo Dublinesque, uscito il 1 di Settembre con Feltrinelli, lo scrittore ci pone di fronte al quesito del nuovo millennio: l’era del libro cartaceo, o meglio, l’era dell’editore dell’universo Gutenberg, è ormai giunta al capolinea? E se sì, la fine della consistenza fisica del libro deve per forza coincidere con la fine della letteratura?

In Dublinesque l’immaginario editore spagnolo Manuel Ripa si fa pittoresco interprete di questo trapasso storico. Ripa, dopo una vita trascorsa sui libri, decide di chiudere la propria casa editrice. Per celebrare con un funerale la fine dell’editoria letteraria, si reca a Dublino il 16 Giugno, giorno in cui si svolge l’Ulisse e proprio per questo giorno in cui si tiene il Bloomsday (commemorazione annuale dedicata allo scrittore irlandese James Joyce). Ma il funerale non appare triste, anzi: più che ad una cerimonia funebre ci sembra di prendere parte ad una sua parodia, dove piuttosto che seppellire il passato si festeggia e si rifonda una nuova vitalità della letteratura stessa. Per Vila-Matas la Storia è infatti costituita da un susseguirsi di scomparse, che molto spesso finiscono per coincidere con riapparizioni di maggiore entità. Sarebbe questo quindi il caso della prossima morte/rinascita dell’editoria tradizionale, perché, come afferma lo scrittore stesso: “In quest’epoca di grande incertezza, la letteratura intesa come luogo della domanda e della complessità non può scomparire, ma semmai evolversi. Anche perché quello che è e continuerà ad essere importante non è il contenitore, bensì il contenuto”.

Siamo quasi giunti alla fine della conferenza, e il verdetto sembra inappellabile. Si fanno avanti dal pubblico alcune timide obiezioni. Una su tutte quella di una signora che protesta riguardo al fatto che con Internet tutti possano pubblicare a costo zero il proprio romanzo, e che non esista nel Web una figura che scremi fra chi scrittore lo è davvero o chi fa finta di esserlo. Vila-Matas replica deciso che la libertà di espressione rappresenta la punta di diamante del fenomeno Internet, e che il futuro dell’editoria digitale è teso proprio a dare ordine al Mare Magnum dei web-writer e degli e-book.

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Qualcuno si sta già alzando e c’è brusio in prossimità della fine dell’incontro, quando un’anziana signora dall’aria della prof. in pensione prende la parola e assertiva chiede a Vila-Matas:
La mia sarà forse un’osservazione terra terra. Ma a me l’idea che i miei amati libri di carta scompaiano fa paura. Quanto ci vuole a distruggere tutte le biblioteche, tutte le librerie, ogni libro che ciascuno di noi possiede e conserva nelle proprie case, e quanto invece a far svanire con un solo clic tutte le informazioni conservate su Internet?”. Improvvisamente è ritornato il silenzio. L’autore spagnolo si rimpossessa del microfono e sicuro di sé risponde: “Sono convinto che il timore di un mondo senza libri sia insensato. Infatti quando giungeremo in tale epoca, sicuramente la prima grande innovazione del secolo ad essere acclamata sarà proprio il libro rilegato”. Ed è con questa profezia, fra il rassicurante e l’angosciante, che Vila-Matas ci ha -forse- dato la risposta al dubbio dell’estate.

Me ne ritorno a casa, contenta di apprestarmi a riempire il borsone da spiaggia con libri, settimana enigmistica, penne, quaderni e riviste… Le mie spalle un po’ meno.

Vittoria Giannoni

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