Capita, talvolta, di essere invasi da un’inappagabile voglia di accrescere il proprio sapere, di far vagare la mente in orizzonti e spazi senza confini. E’ in questi momenti che si avverte l’esigenza di avvicinarsi al mondo del teatro e, più nello specifico, dell’opera. Tra le opere teatrali ve ne è una in particolare in grado di suggestionare la mente e di catturare i sensi: si tratta della Carmen di Bizet.
Artista vissuto in piena epoca Verista, seppe distinguersi tra i suoi contemporanei per la singolare capacità di affrontare composizioni dai toni leggeri e chiari negli strumentali, ma al contempo sinuose ed esotiche per ritmi ed armonie. L’uso di questo tipo di “sottofondo musicale” contestualizza perfettamente l’atmosfera ove i fatti si svolgono e prendono vita: la città di Siviglia. E’ qui che si intrecciano i destini della bella gitana Carmen e del brigadiere Josè. Le vicende seguono la narrazione di Merrimè e rispettano i canoni fissati dal Verismo: la realtà rappresentata è quella di un mondo noto a tutti ma dai più ignorato, una realtà fatta di zingari, osti e contrabbandieri.
Protagonista della scena fin dal primo atto è Carmen la quale, nel corso del dramma, farà innamorare di sé Jose. L’uomo, abbandonati i suoi doveri di brigadiere per seguire l’amata nei suoi traffici con contrabbandieri e zingari, si renderà ben presto conto di come quell’amore da lui tanto sognato sia in realtà ricco di insidie ed imperfezioni. Tormentato dal ricordo dell’esistenza precedentemente condotta all’insegna dell’ordinalità e della sicurezza e da una gelosia sempre più struggente verso il toreador Escamillo, Josè giungerà alla fine a compiere quel gesto estremo che segnarà il culmine dell’opera: l’assassinio di Carmen.Funge da collage tra un atto e l’altro il tema di Carmen o “Habanera” (antica danza di origini cubane). Questo tema nasce dal tetracordo andaluso e si fonde perfettamente alle melodie spagnole che inquadrano il personaggio di Carmen nella scena. Obiettivo del compositore è infatti quello di sottolineare il crescendo della drammaticità della narrazione attraverso gli arabesque e la ciclicità della melodia. Vivace e incalzante è invece il ritmo del preludio, quasi l’autore volesse fin da subito catturare l’attenzione dello spettatore ed assicurarsi la sua partecipazione all’opera fino all’atto conclusivo. L’incalzante motivo della Habanera, accompagnato da ritmi serrati ed esotici, ha quindi la funzione principe di proiettare l’immaginazione collettiva del pubblico nel cuore della penisola Iberica. Attenta è poi l’attenzione dello scenografo nella rappresentazione degli atti ove si alternano tra loro vicende di sangue, passione, e di morte.
Dalla prima rappresentazione del dramma, avvenuta al Teatro dell’Operà- Comique di Parigi il 3 marzo 1985, altre ne sono seguite tra cui quella dello scorso luglio all’Arena di Verona, particolarmente apprezzata dalla critica per la scenografia di Franco Zeffirelli. E’ da sottolineare tuttavia che se oggi la Carmen è una delle opere più amate dal pubblico italiano, tanto da essere stata scelta già da alcuni anni come opera di apertura della stagione teatrale presso La Scala, non nutrì così grande successo all’epoca del suo esordio. La motivazione principale è da ricercarsi nei temi trattati nel dramma e nelle scelte musicali del compositore. Bizet fu più volte accusato dalla stampa dell’epoca di avere messo in scena un’opera eccessivamente anticonvenzionale, ove un’orchestrazione troppo forte impediva di riconoscere in modo limpido le voci. Sebbene la maggior parte dei pareri della critica fossero avversi alla rappresentazione della Carmen alcuni artisti seppero fin da subito riconoscerne l’originalità e la bellezza in essa racchiuse. Furono Wagner, Verdi, Brahms e lo stesso Nietsche ad elogiarne la qualità e la particolarità. Nietsche arrivò addirittura a concludere che alla Carmen andava attribuita la singolare capacità di “farlo sentire ancora più filosofo”. Adesso anche al pubblico milanese è data la possibilità di apprezzare i contenuti e la peculiarità di questo dramma, grazie alla rappresentazione che si tiene dal 29 ottobre presso il Teatro La Scala.
Giulia Faoro
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