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Gli USA mostrano i muscoli

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Recentemente gli Stati Uniti hanno svolto una serie di esercitazioni nel Mar Cinese, sia da soli sia in cooperazione con i paesi dell’ ASEAN. Molti dei paesi dell’ ASEAN hanno delle dispute territoriali con la Cina, dispute che riguardano una serie di isole potenzialmente ricche di risorse naturali.

Se la Russia iniziasse a fare esercitazioni militari nel golfo del Messico la reazione degli USA sarebbe l’indignazione. Si sentirebbero attaccati all’ interno del proprio spazio vitale.

Il Mar Cinese viene visto dalle alte cariche cinesi come il loro “Mare Nostrum”. Tra le isole e gli stretti della zona passa una buona parte del traffico commerciale mondiale, come pure le rotte delle petroliere provenienti dai paesi del Golfo. Sarebbe facile, per una potenza marittima quale gli Stati Uniti, assumere il controllo di queste aree strategiche e mettere sotto assedio la Cina.

Le esercitazioni degli USA con i paesi dell’ ASEAN, che gli Stati Uniti vorrebbero trasformare in una sorta di NATO del pacifico, suscitano preoccupazione a Pechino.

Maj Gen Yuan, un generale della People Liberation’s Army, ha dichiarato in un articolo pubblicato sul Liberation Army Daily, che: “Americans always present themselves as the most democratic country, but surely that means they should respect others and listen to others and solve problems with wisdom, not force.”

I Cinesi non solo hanno risposto organizzando delle proprie esercitazioni navali, ma stanno anche organizzando i propri armamenti per eliminare la possibile minaccia proveniente dagli USA.

La forza di proiezione degli USA si basa principalmente sulla flotta di porta aerei e di sottomarini. Entro il 2015 la Cina dovrebbe riuscire ad eguagliare gli USA in termini di flotta sottomarina, e sono già pronti missili in grado di affondare senza difficoltà una portaerei della flotta statunitense.

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Un esperto del Jane’s Information Group, afferma che il missile SS-N-22, un missile anti porta aerei dell’ Unione Sovietica, grazie alle modifiche apportate dai Cinesi è tranquillamente in grado di rendere inoffensiva la flotta americana.

L’ammiraglio Michael Mullen, a capo di una esercitazione congiunta USA-Corea del Sud (Esercitazione che ha visto la partecipazione di una super porta aerei, in grado di trasportare bombardiere nucleari, la USS George Washington), ha dichiarato: “One area that you see and I think you will continue to see roll out is the intensified assertion that the Yellow Sea is somehow an area of almost territorial seas for the Chinese. Nothing could be further from the truth“.

Rientra in questo schema di azioni la vendita a Taiwan, da parte degli USA, di attrezzature militari per un valore di 6,4 miliardi di dollari.

Questa mossa, approvata a marzo, ha causato grandi preoccupazioni in Cina. Pechino ha subito preparato la risposta, decidendo di sospendere gli scambi di tecnologia militare con gli USA

Il ministro della difesa cinese ha dichiarato “Considering the severe harm and odious effect of US arms sales to Taiwan, the Chinese side has decided to suspend planned mutual military visits. We strongly demand that the US respect the Chinese side’s interests

Il Presidente di Taiwan ha invece riassunto la sua posizione dicendo “It will let Taiwan feel more confident and secure so we can have more interactions with China“.

Non è neppure una saggia mossa inviare un sottomarino armato con 154 missili Tomahawk dalla gittata di 1600 km nel porto di Busan, in Corea del Sud, per tutta l’ultima settimana di luglio. Foto di questo sottomarino, l’USS Michigan, sono addirittura comparse sul sito della marina militare statunitense, forse in un tentativo di impressionare i cinesi con foto del letale sottomarino.

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Il “South China Morning Post” ha inoltre detto che contemporaneamente altri due sottomarini nucleari, l’USS Ohio e l’USS Florida, hanno fatto la loro comparsa rispettivamente nella base di Diego Garcia (Oceano Indiano) e Subic Bay (Filippine).

Quando una potenza si trova in declino spesso fa mostra dei muscoli, per spaventare le potenze avversarie. Gli Stati Uniti stanno perdendo la supremazia e la credibilità economica, ma la loro potenza militare resta la prima al mondo.

Michele Pittaro

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