“L’avidità è buona?” è questo il titolo del best-seller di Gordon Gekko, l’ormai ex temerario squalo della finanza internazionale, nel sequel del mitico Wall Street di Oliver Stone. Nel film il libro, immaginario, tratta le memorie e le riflessioni di un cattivissimo ormai in pensione che dall’alto della sua esperienza sul campo preannuncia e profetizza l’avvento della crisi finanziaria del 2008. E se perfino lo spregiudicato Gekko arriva a porsi la domanda di cui sopra, qualche dubbio circa le nostre abitudini di consumo non può fare a meno di insinuarsi in ciascuno di noi (persino nella più accanita shop-aholic).
Non è che da qualche tempo a questa parte spendere e spandere non è più di moda e che, tanto per citare un noto slogan pubblicitario, il vero non plus ultra è diventato il cheap & chic?Guardandosi attorno, effettivamente, sembra che la crisi e la voglia di “fare economia” abbiano offerto lo spunto per nuove idee ed iniziative originali e spiritose che permettono, soprattutto ai più giovani, di risparmiare e allo stesso tempo di mantenere uno stile di vita ben lontano dalla clausura.Un calzante esempio è la diffusione, ormai già da qualche stagione in Italia, degli Swap Party: le feste all’insegna del baratto in cui ci si scambia e si riciclano i vecchi capi di abbigliamento sepolti negli armadi e non più utilizzati (dai vestiti alle cinture fino alle scarpe, alle borse etc.). Trattasi in poche parole del connubio perfetto fra risparmio, divertimento e tendenza ad un consumo più sostenibile.
Rimanendo sempre nella stessa corrente di pensiero, ultimamente si è assistito ad un netto ritorno del Vintage, quello vero. Sono tantissimi i ragazzi e soprattutto le ragazze che attingono dai guardaroba della mamma, o magari dagli scatoloni dei vestiti delle medie, e si sbizzarriscono con ago, filo ed orli nel reinventare modelli passati che, per la legge dell’eterno ritorno nel campo della moda, fanno presto a diventare gli ultimi capi di tendenza della stagione. Ed ecco un proliferare di giacche anni ’80 oversize, trench e consumate borse di cuoio che sono introvabili nei negozi e di conseguenza assolutamente esclusivi. La voglia di non eccedere si fa sentire anche nello stile che, ormai stanco dell’overdressed, si rifà sempre più spesso ai colori essenziali, a linee asciutte e minimaliste, per la famosa regola del “Less is More”.
Tuttavia la moda non è l’unico aspetto della nostra vita toccato dalla costante esigenza di risparmio. In campo tecnologico l’alternativa trendy allo smartphone è diventato il Nokia da 29.90 euro, preferibilmente se in bianco e nero e con qualche incrinatura sullo schermo. La cena fra amici più “in” non è più quella al Sushi, ma quella a casa dell’uno o dell’altro: abolito il take-away (troppo costoso) bisogna mettersi tutti ai fornelli, e optare per piatti semplici, light e rigorosamente bio. Infine appare indiscusso che la casa della stagione 2010-11 debba essere 100% IKEA, sacrificio quest’ultimo che siamo tutti disposti ad accettare più che volentieri. Unico inconveniente: il rischio di ritrovarsi tutti con la stessa Billy libreria in camera o con lo stesso Ektorp divano letto in soggiorno.
Cosa pensare dunque? Gordon Gekko cerca veramente di metterci in guardia contro i pericoli di un’eccessiva attitudine allo spreco e, inconsapevolmente, ci indica qual è il più aggiornato trend in fatto di life-style? Oppure i nuovi cambiamenti nei costumi ci convincono più nelle parole che nei fatti, e ci suonano come un ripiego o come un mascherato tentativo di “far di necessità virtù”?
In “Wall Street: il denaro non dorme mai “ la giovane coppia protagonista del film, paladina della finanza politicamente corretta e dell’impegno sociale, non sembra affatto rispecchiare il nuovo stile di vita dei tempi della crisi. Jake Moore (Shia LaBeouf) è un brillante trader finanziario con l’onorevole sogno di investire nelle energie pulite, mentre Winnie (Carey Mulligan) gestisce un celebre blog di libera informazione; convivono a Manhattan in un loft, con vista mozzafiato sullo skyline newyorkese, che trabocca di opere d’arte moderna, computer e tecnologia -iPhone per lei e ovviamente Blackberry per lui-. Niente di più lontano dal nostro catalogo IKEA. Come se non bastasse anche il tenore di vita dei due innamorati non appare dei più sottomessi: vita mondana fatta di pomposi e lussuosi ricevimenti e, una su tutte, la passione di Jake per le moto da corsa.
Insomma, che la sobrietà sia veramente trendy è ancora tutto da dimostrare. Chi vivrà, vedrà.
Vittoria Giannoni
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Francesca Larosa
Ottimo pezzo, ben scritto! Non credo che la sobrietà risulti trendy. penso piuttosto che il concetto di “moderazione” sia stata una pura e semplice invenzione degli ultimi tempi di crisi cercando di legittimare alcuni atteggiamenti considerati come “bizzarri”, dati i decenni precedenti.
Esempio: non credo che il ritorno al vintage sia stato provocato da un amore spassionato per la sobrietà ed un rifiuto dello spreco. Credo piuttosto che ci sia stata una certa convenienze a rispolverare certe mode facendo ANCHE leva sull’anti-consumismo.
Ovviamente tutto questo lungo discorso non è altro che un’opinione, ma ho come l’impressione, non so perchè, che un aumento di reddito non porterà a nulla di diverso che ad un accumulo di beni smisurato, o comunque, ben oltre il necessario!
Brava Vittoria comunque!
Vittoria Giannoni
Onorata dall’intervento e dai complimenti!
Certo, una delle ipotesi di fondo dell’articolo è che il minimalismo sia più una moda che uno stile di vita dettato dalle necessità contigenti. Ma il pezzo, più che con una risposta, si chiude con degli interrogativi. E la tua reazione era esattamente quello che volevo suscitare!
Ancora grazie, un abbraccio