Sì, è proprio lui. Quel Saatchi che nel 1970 ha fondato insieme al fratello Maurice la Saatchi & Saatchi, una delle più importanti agenzie pubblicitarie del mondo.
Molti ormai lo conoscono per la sua passione dell’arte, cui ha iniziato a dedicarsi come accanito collezionista e sostenitore negli anni 90. Prova ne è la Saatchi Gallery di Londra, che ogni anno ospita autori di tutti livelli e tutte le nazionalità.
Tutti quelli che si aspettano un saggio filosofico e sofisticato rimarranno delusi nello scoprire che di raffinato c’è solo la copertina rigida del libro.
“Be the worst you can be” è un collage di risposte date a giornalisti e lettori durante interviste o corrispondenze. Da questi scambi di battute emerge la visione del mondo dell’autore, che promuove se stesso e tutta la sua stravaganza.
Tramite risposte serie e ironiche, dirette ed evasive, si scopre un Charles Saatchi pungente e sfuggevole, che si cela dietro un muro di sarcasmo e perfidia e, nonostante tutto, riesce a vendere affermazioni opinabili come perle di saggezza.
Se il mondo lo stesse a sentire, le nuove generazioni crescerebbero a narcisismo per colazione, avidità per pranzo ed egoismo per cena. Aggiungendo del sano cinismo come spuntino a metà pomeriggio. Ma c’è una cosa che, a dispetto di tutto quanto, è da imparare: la determinazione.
Ora più che mai la voglia di fare, la tenacia e un pizzico di presunzione sono ciò che veramente differenzia le persone. Forse Saatchi di presunzione e arroganza ne ha più che un pizzico, forse in lui la dose è esagerata, ma chi può dargli torto? Detto senza mezzi termini: con la crisi che dilaga e le difficoltà che si moltiplicano, la forza di andare dritti per la propria strada è indispensabile.
“Don’t wish it were easier; wish you were better”. Più chiaro di così. Come mantra, non è niente male per un inizio di anno accademico.
Giorgia Ortolani
gio.giorgia@hotmail.it
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