Aprile 2013 è vicino, i partiti hanno ormai da un po’ iniziato a riscaldare i motori ed a spararne delle belle.
Il PdL, attuale campione in carica nonché gruppo parlamentare più numeroso, ha iniziato prima dell’estate (in modo da esser pronto ad ogni eventualità agostana) una serie di mirabili giravolte con il ritorno in auge del Mago. Infatti, dopo aver ceduto il Mago (calcistico) al Paris Saint Germain ha voluto riaffermare, con buona lode di Galliani, che chi fa i miracoli in questo Paese, fuori e dentro il campo è sempre e ancora Lui. Quindi, le voci del ritorno come ministro dell’economia (perché no? del resto prima c’era Tremonti). Però i sondaggi ancora non impazzivano; allora Premier! “È ontologicamente lui il Premier!” controbatte Alfano a chi gli faceva notare di aver fallito ancora prima di iniziare. Ma per fortuna di Alfano, della truppa fanno ancora parte i vecchi compagni di strada (gli ex AN), che proprio non ci stanno a trattare con una mummia che di andar via proprio non ne vuol sapere. Quindi il nome sul simbolo con un coniglio tirato fuori dal cilindro come candidato premier ad oggi sembrerebbe la soluzione più probabile per la banda Silvio&C.
Casa Democratica allo stesso tempo non dorme sonni tranquilli. La vittoria di aprile sembrava servita su un vassoio d’argento, ma ciò che dilania i più progressisti d’Europa è la solita ansia da prestazione. Si stanno preparando, eccome se si stanno preparando. Primarie aperte, anzi apertissime: figuriamoci che il Pd presenterà (per ora) ben due candidati! Inoltre ci sono le indispensabili alleanze da fare “per tenere unito il Paese”, che metteranno insieme laici e cattolici, liberisti e comunisti, conservatori e riformisti. Insomma, in attesa di un leader serio che costruisca una visione comune e si assuma l’onere di disciplinare il traffico politico del nuovo progetto, anche questa parte del campo non sfonda.
E poi c’è lui, il Marione nazionale. C’è chi lo vorrebbe ancora premier, forse a vita. Chi ne vorrebbe dei cloni da piazzare in ogni Comune o Regione. C’è chi più seriamente (ma che noia!), come il Presidente Napolitano, reclama che dopo questo Governo si continui senza distrazioni con lo stesso spirito.
Ma quello che a noi interessa, arrivati a questo punto della favola, e che chiunque governi lo faccia con serietà, guardando in faccia ai problemi profondi e reali che non sono contingenti, ma che coinvolgono impetuosamente più generazioni ed in particolare ne massacrano qualcuna. Veniamo da un periodo storico difficilissimo ed alcuni personaggi hanno responsabilità precise di tutto questo. Sono sicuro che i cittadini chiamati ad esprimersi se ne ricorderanno.
Dopo Monti non può esserci ancora Monti, perché un grande Paese democratico non può sperare di restar aggrappato ad una sola persona per un periodo così lungo. Abbiamo già dato ed è durato circa un Ventennio. Dopo Monti torni la responsabilità, l’audacia di creare un sogno che non sia un’illusione, la voglia di riscatto di un Paese che non vuole più essere deriso in giro per il mondo. Dopo Monti ci sia il rinnovamento, perché chi ha massacrato questo Paese non può essere, ne sarà mai, il suo salvatore.
Giacomo Delinavelli
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