Ormai, si sa: essere Bocconiani significa anche passare le cene di famiglia a rispondere a domande sulla crisi economica, lo spread, l’euro e chissà cos’altro. Ogni zio che si rispetti esordisce sempre con “tu, che sei un economista!” (nel mio caso sarebbe “ti, che te són un economista”: gli zii si sa, parlano solo in dialetto). Tutte le volte che qualcuno si rivolge a me in qualità di economista, sono convinto che, da qualche parte, nel mondo, un vero economista… muore.
Questa confusione è in buona parte dovuta ad una questione lessicale. Gli anglosassoni palesano una netta distinzione tra la facoltà di economics e quella di business administration. Pur essendo campi della conoscenza complementari (chi studia uno dei due deve necessariamente avere almeno le basi dell’altro), è indubbio che rappresentino due mondi diversi. Ciò si rispecchia anche a livello macroscopico: lo studente medio di business si veste con camicie azzurre rigorosamente sartoriali (con iniziali ricamate… e possibilmente più di due!) e Rolex al polso; quello di economics, invece, con un maglione blu oversize e un Casio anni ’80 sulla destra.
Stereotipi a parte, lo zio italiano farà sempre fatica a capire bene cosa sta studiando suo nipote alla Bocconi. Economia aziendale, economia e scienze sociali, economia politica, economia internazionale, economia e finanza: nel suo immaginario, sempre di economia si tratta!
Ovviamente, quando durante una cena mi si chiede se l’euro crollerà o meno, io inizio a sciorinare teorie economiche come se fossero acqua, con la disinvoltura di chi sta conseguendo un PhD ad Harvard. D’altronde si sa, noi “di management”, quando c’è da fare i saputelli, non ci tiriamo indietro.
Così facendo, però, non ho fatto altro che incrementare ulteriormente la confusione in famiglia. Da un po’ di tempo a questa parte, infatti, per smarcarmi da questa impegnativa carica di (finto) economista e farmi attribuire quella più corretta di aziendalista (in erba), ho iniziato a dichiararmi uno studente di management. Bibidi babidi bù, funziona! Quasi per magia, il tasso di “tu, economista!” si è drasticamente ridotto, con eterno sollievo di tutti i veri economisti.
La distinzione tra le due categorie risulta ancora più importante se consideriamo che mentre essere econom… Scusate, solo un attimo, c’è mio zio che mi chiama al cellulare: “Si, dimmi zio!” . “Daniele, ho capito sai? Tu sei… Tu sei… Tu sei un manager!!”.
Niente da fare, se avete amici manager (veri), stategli vicino: potrebbero collassare da un momento all’altro.
Daniele Nadalin
daniele.nadalin@studbocconi.it
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