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Intervista a Elsa Fornero

Reading time: 4 minutes

La redazione di Tra i Leoni ha intervistato il ministro del Lavoro a margine della conferenza tenutasi in Bocconi sull’evoluzione dei sistemi pensionistici

Il Ministro durante il proprio intervento in Bocconi

Il pubblico era quello delle grandi occasioni. In un’Aula Magna gremita di studenti, autorità, semplici interessati e giornalisti si è tenuto in data 8 ottobre il convegno dal titolo “L’evoluzione dei sistemi pensionistici. Trend internazionali e prospettive per l’Italia”.

Ma non è stato certo il tema dell’incontro, peraltro attualissimo, ad aver attirato gli scatti dei fotografi e un servizio d’ordine che non si vedeva dai tempi del G8. A calamitare l’attenzione è stata la presenza del tanto amato quanto discusso Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Prof.ssa Elsa Fornero, che è stata invitata a concludere la conferenza facendo un breve bilancio sulla riforma varata. A precederla con interventi brevi ma ricchi nei contenuti sono stati Monika Bütler, professoressa presso l’Università di St. Gallen, Antonio Mastrapasqua, Presidente INPS, e Giovanni Valotti, Prorettore e professore ordinario presso la nostra università, specializzato nell’ambito del settore pubblico. Mentre la prima si è preoccupata di fornire un primo approccio internazionale al problema dell’equità intergenerazionale, il Prof. Valotti ha sviluppato il tema con un taglio aziendalistico, rafforzando il suo intervento con la presentazione dell’esito di alcune ricerche svolte presso la SDA Bocconi. Come detto, a chiudere la conferenza è stato l’intervento del Ministro, che ha ribadito le ragioni sottostanti la riforma del sistema delle pensioni, soffermandosi anche sulle circostanze in cui tale riforma è stata portata a termine.

Nell’economia dei 20 minuti del suo intervento, il Ministro ha sottolineato la convergenza tra la riforma del sistema pensionistico e quella del mercato del lavoro sfiorando molti temi prettamente tecnici: dalla sostenibilità all’adeguatezza delle prestazioni, passando anche per l’indicizzazione delle pensioni stesse alla lunghezza dell’età contributiva. Rindossando le vesti di accademico, la Professoressa si è a lungo soffermata sulle difficoltà riscontrate nell’implementazione dei modelli studiati con tanta dedizione per la realizzazione di quella che è stata “la più grande manovra di riequilibrio dei rapporti tra le generazioni fatta negli ultimi decenni, nonché la prima finalizzata a dare meno ai padri e più ai figli” attraverso dei provvedimenti che “incidono sulla vita di molte persone, alcune delle quali neppure ancora nate”.

A incontro terminato, il Ministro si è espressamente rifiutato di rispondere alle domande delle principali testate giornalistiche, come sempre alla ricerca dell’ennesimo commento sugli esodati, mentre ha accolto con assoluta cordialità ed interesse le domande poste della redazione di Tra i Leoni.

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Un ragazzo che esce oggi dall’ università e affronta per la prima volta il mondo del lavoro può dirsi più tutelato grazie alla sua riforma rispetto a quanto sarebbe stato dieci anni prima?

“Diciamo che nella misura in cui la riforma del sistema pensionistico dà sostenibilità oltre che maggiore equità, trasparenza e uniformità di trattamento, allora risponderei di sì. Prima l’edificio era pericolante, averlo reso sostenibile ha reso le persone al suo interno più tutelate. Però questo, mi permetta di sottolinearlo, richiede come requisito il buon funzionamento del mercato del lavoro. La riforma di quest’ultimo va appunto nella direzione di garantire un lavoro un po’ meno precario per i giovani, oltre che, possibilmente, più inclusivo e dinamico.”

Come crede che le sue riforme, sia quella delle pensioni che quella del lavoro, influenzeranno le nostre scelte di continuare a vivere in Italia piuttosto che di trasferirci all’estero?

“Guardi, io la mia riforma la difendo sempre convintamente e mi sento in grado di sostenere che contiene molti tasselli importanti esattamente nella direzione di incoraggiare un giovane che stava pensando di andarsene da questo Paese a riconsiderare seriamente questa scelta. Il nostro governo vuole incoraggiare gli investimenti esteri, vogliamo che le imprese trovino motivi solidi e veri per restare in italia e allo stesso modo vogliamo che i giovani, il nostro principale contributo al futuro del paese, abbiano motivi solidi e veri per rimanere. Questo si può dire essere il denominatore comune di tutta l’azione di governo.”

Un’immagine del pubblico che ha assistito alla conferenza. In prima fila, il Capo Redazione Journalism di B Students TV, Gerardo Magaldi, e il direttore di Tra i Leoni, Sergio Rinaudo (rispettivamente secondo e terzo a partire da sinistra). Subito in terza fila Giorgia Rauso e Giovanni Borghi, che hanno condotto l’intervista al Ministro Fornero.

Dal nostro punto di vista, un tratto significativo che è emerso sia nella tavola rotonda che durante l’intervista è quello dell’“umanizzazione del problema pensioni”, un concetto che pare di primo acchito stridere con quelle che sembrano le decisioni drastiche prese da un governo tecnico in un particolare quanto difficile momento storico. Le pensioni, a detta dello stesso Ministro, non sono uno sporco lavoro da noiosi contabili: quella dell’equità generazionale è un’equazione con una, nessuna, o centomila soluzioni, tutte potenzialmente tanto giuste quanto disastrose. E non possiamo dimenticare come dietro al sistema pensionistico vi sia un intreccio di relazioni sociali e problematiche economiche che spazia dal tema del lavoro a quello dell’assicurazione sociale. La via intrapresa ad ora è quella di stabilire delle “regole del gioco” quanto più giuste e trasparenti possibile. Perché è quando il gioco si fa duro, che le norme devono garantire equità.

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Milano, 8/10/2012 – Giovanni Borghi, Giorgia Rauso, Sergio Rinaudo

One comment
  1. Stellina94

    “Perché è quando il gioco si fa duro, che le norme devono garantire equità.” La manovra della Fornero è equa quanto un pitone che pretende di prendere domicilio nel retto di Giuliano Ferrara

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