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Potere all’Europa!

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EUL’anno scorso vi abbiamo chiesto che cosa avreste fatto se, in seguito all’insediamento del governo tecnico, l’Italia fosse andata in default. Alcuni leggendo hanno ipotizzato che fosse un’ipotesi di per sé troppo distante dalla realtà e altri hanno invece pensato che fosse quasi realisticamente possibile.

Ora vogliamo (come cerchiamo sempre di fare con TiL) farvi pensare a un altro scenario, non troppo lontano dalla realtà.

Le elezioni non hanno incoronato un vero vincitore. Siamo senza governo. I mercati sono instabili e Cipro ha bussato a Mosca non sapendo più a chi rivolgersi. Si parlava già di uscita dalla crisi ma sembriamo essere ancora molto distanti. L’Unione Europea è stanca di false promesse dell’Italia, di un paese che non ha saputo dar atto ai suoi impegni e che non è capace di governarsi da solo.

Necessita una vera guida. L’Unione stessa. Van Rompuy, Presidente del Consiglio europeo, insieme ai più alti membri della Comunità e ai capi di Stato di Francia, Germania e Inghilterra decide di mettere al governo dell’Italia uomini dell’Unione. Senato e Parlamento invasi da inglesi, svedesi, tedeschi e francesi i quali, con una sorta di governo tecnico, prendono le redini del potere e iniziano a varare una serie di piani per trascinare una volta per tutte  l’Italia sui binari europei. Questa volta veramente. Fine di tanti privilegi, nepotismo, corruzione e nuova era di rigore, crescita, meritocrazia e uno Stato che funziona. Forse.

Sembrerebbe alquanto buffo immaginarsi la faccia di un possibile premier italo-europeo nel vedere tutti i privilegi a lui riservati e interrogarsi se si trova veramente a Palazzo Montecitorio oppure all’hotel Majestic.

 E voi come reagireste?

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Alcuni ovviamente invocherebbero subito la dittatura.

Attenzione però che l’Italia, entrando a far parte dell’Unione Europea (in realtà fondandola lei stessa, insieme ad altri paesi), ha delegato una grossa fetta di poteri cui tutt’ora sottostà. Non sarebbe comunque lecito, tuttavia si potrebbe giustificare questo insediamento opponendo un fine più alto, il bene di tutta l’Europa, rispetto a quello della singola Italia.

Il punto della nostra analisi è proprio questo, cioè chiedersi se l’interesse dell’intera Unione Europea è più importante dei singoli stati. Se interpretassimo l’Europa come un grande paese, questo governo europeo sarebbe legittimamente autorizzato democraticamente dalla maggior parte dei cittadini dell’Unione i quali, per non vedere i loro stati trascinati nel baratro in cui potrebbe cadere l’Italia, potrebbero votare a favore.

Uno scenario simile accadrebbe solo se gli stati europei non fossero così frammentati fra di loro poiché, come abbiamo già visto soprattutto con la Grecia nel primo momento in cui la crisi del debito è scoppiata, non esiste alcuna coesione né interesse reciproco.

Altri invece rifiuterebbero questo governo per semplice orgoglio nazionale.

Questo cosiddetto governo europeo sarebbe l’ennesima conferma di ciò che per anni la storia ci ha mostrato: l’Italia può essere governata soltanto dallo “straniero” perché da sola è incapace.

Ci potremmo così augurare che un evento di tale portata sarebbe capace di smuovere gli animi italiani (talvolta secessionisti) e unirli attraverso un moto nazionalista capace di dare il potere ad un governo reale e stabile.

Al di là della legittimità e di quanto realista è questa ipotesi, sarebbe interessante capire se, a fronte di un possibile default oppure di una mancanza di governo per un lasso di tempo molto elevato (notate bene che quello che è successo in Belgio non potrebbe essere affatto sostenibile in Italia), l’Europa sarebbe disposta ad intervenire in maniera quasi machiavellica giustificando i mezzi con il fine.

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Sarebbe quindi giusto sovrastare il libero arbitrio nazionale, violando il principio più grande su cui regge tutta la nostra Costituzione, per salvaguardare il bene di tutta l’Europa? E come potrebbe allora operare da garante in una maniera alternativa senza intaccare il principio fondamentale della democrazia?

Lorenzo Cinelli

lorenzocinelli@gmail.com

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