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Intervista al Sindaco di Legnano

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1922350_242632235918822_1877026778_ndi Federica Bandera (@NextPA)

La figura del Sindaco è sicuramente la più importante all’interno di una comunità, poiché rappresenta il collegamento diretto fra l’amministrazione comunale e i cittadini. Capire le esigenze delle persone, che siano commercianti, imprenditori, lavoratori, casalinghe o pensionati, ed interpolarle nell’azione di governo dev’essere la sua funzione primaria.
Vista l’importanza del sistema economico e del suo sviluppo quale determinante preponderante per la creazione della ricchezza e del lavoro all’interno di un territorio, ci chiediamo se sia più semplice per un Sindaco che ha da sempre lavorato in aziende del settore privato capire le esigenze di chi è impegnato in prima linea nella creazione di lavoro, produzione e ricchezza del territorio: l’imprenditore. Parliamo di tutto ciò col Sindaco del Comune di Legnano, Alberto Centinaio, imprenditore nella zona dell’alto milanese.

Lei è coinvolto da molto tempo, oltre che nella sua attività imprenditoriale, anche nella politica del territorio. Cosa l’ha portata a fare questa scelta?

Il mio interesse per il pubblico e per la sua gestione comincia sin da quando ero giovane. Ho sempre avuto attenzione ed una particolare tensione per il sociale e per il settore pubblico; questo forse per educazione o per un’esperienza personale. Nella vita poi ci sono fasi in cui ci si può impegnare di più o di meno nel volontariato o nella politica ma per quanto riguarda la mia esperienza posso dire che la svolta è avvenuta negli anni ‘90 con un gruppo di amici: quello che ci ha mosso è stata l’idea che così com’era la politica non potesse continuare e che si dovesse cambiare profondamente il modo di intenderla.

Da imprenditore, cosa direbbe del Comune di Legnano, riguardo all’efficienza amministrativa ed organizzativa dell’ente?

Sono un piccolo imprenditore, quindi ho sempre avuto rapporti professionali con le multinazionali, le quali sono di per sé strutture complesse: devo dire però che un conto è vederle dall’esterno e un conto è viverle. Come sindaco adesso sono a diretto contatto con un esempio di “struttura complessa”, perché la macchina comunale di Legnano sicuramente lo è: 300 dipendenti, 7 dirigenti, senza contare le società partecipate’.
Parlando della sua efficienza posso dire che in generale essa sia percepibile, ma che allo stesso tempo risenta di tutta una serie di caratteristiche insite nel concetto di “macchina comunale” che la rallentano. Faccio ancora fatica ad assimilare questi aspetti dell’ente e, anzi, spero per certi versi di non assimilarli mai, perché credo siano un problema molto serio nella ricerca della massima efficienza operativa. Purtroppo la burocrazia è sia interna che esterna al Comune: essa impone dei ritmi diversi ed è una cosa che, venendo dal settore privato, faccio ancora fatica a sopportare.
Per un Sindaco di una città di una certa grandezza e importanza a livello provinciale e regionale, quale è Legnano, c’è la possibilità di avere ancora un rapporto umano col primo cittadino. La mia, così come quella di molti miei colleghi, è una figura molto esposta e, in periodi di crisi come quello odierno, il cittadino richiede risposte rapide, cosa che la burocrazia non consente. Forse si è ecceduto nell’emanazione di una serie di controlli e leggi che hanno rallentato e peggiorato la situazione di efficienza e prontezza di risposte degli enti pubblici. In generale chiederei una grande semplificazione: se potessi decidere a livello nazionale, darei molta più responsabilità ai sindaci, ovviamente con pesanti sanzioni per chi non faccia l’interesse della collettività e chiederei di ritorno efficienza e tempi di riposta più rapidi.

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Quali sono le maggiori differenze che ha riscontrato passando dall’ambiente lavorativo aziendale privato a quello di un’amministrazione pubblica?

In un’azienda privata di piccole o medie dimensioni, anche se strutturata, tutte le decisioni e i processi devono risolversi in breve tempo. La differenza maggiore risiede proprio nei tempi di risposta. Non dimentichiamoci però che anche nel privato ci sono problemi: esistono comunque la burocrazia e le inefficienze; ci sono ruoli e mansioni che vengono svolti con grande capacità e altri a cui invece non vengono dedicate risorse e energie.
La cosa peggiore, mi ripeto, è però la lentezza dell’ente pubblico, che credo sia dovuta ad una serie di leggi e provvedimenti che ne limitano o rallentano l’azione. Un esempio concreto: è dall’inizio del mandato che chiedo di avviare lavori socialmente utili, ma c’è voluto un anno per far partire il progetto a causa delle lunghe ed estenuanti procedure. Questo esempio serve sicuramente ad evidenziare il fatto che su questioni delicate, riguardanti i cittadini, non si può rispondere con tempi così lunghi ed un’infinita serie di passaggi burocratici.

Quanto ritiene importante, per il territorio dell’alto milanese, che gli enti locali rispondano con prioritaria importanza alle richieste ed alle esigenze degli imprenditori ed industriali?


L’imprenditore gioca un ruolo fondamentale all’interno del sistema territoriale, e nel nostro caso parlo prevalentemente dell’alto milanese, territorio in cui molti Comuni fanno riferimento a Legnano come città più influente e strutturata. L’imprenditore è qui indispensabile. Ci siamo tutti illusi negli anni passati che con la finanza speculativa o l’investimento in attività immobiliari potessimo fare chissà cosa, ma non sono di questo avviso.
La ricchezza viene prodotta dal lavoro e per questo l’imprenditore è di fondamentale importanza: bisogna ricominciare da capo, come hanno fatto i nostri padri dopo la guerra. In quel preciso momento avevamo grandi motivazioni e chi si è rimboccato le maniche ha cominciato a lavorare e a produrre per questo Paese. Si era ricominciato dal lavoro e si era arrivati a produrre di tutto nel nostro territorio.

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Principalmente, negli ultimi anni, quali sono le maggiori esigenze di questi ultimi?
Possiamo parlare anche per il suo Comune dell’insidioso problema dei debiti della PA con le imprese?

Sotto questo punto di vista noi siamo un Comune virtuoso. L’anno scorso abbiamo chiesto una dilazione ai nostri fornitori che poi abbiamo rispettato, mettendo anche in campo delle soluzioni che potessero andare incontro alle loro esigenze di riscossione dei crediti. In questo momento siamo un’amministrazione virtuosa e paghiamo puntualmente i fornitori.
L’intera Italia è un’anomalia del sistema europeo, sia nel privato sia nel pubblico. In Europa le aziende pagano normalmente a 30 gg, mentre noi partiamo dai 60 e arriviamo a tempi improponibili: si dovrebbe velocizzare tutto il sistema italiano e riportare i tempi di pagamento ai più sostenibili 30 giorni.

Crede che, vista la sua esperienza professionale presente e passata, le sia più semplice capire le esigenze degli imprenditori?

Direi di sì, poiché chi è stato imprenditore ha già avuto a che fare con tutta una serie di problematiche legate alla burocrazia. Per questo motivo nel progetto “Economia e Lavoro” del mio mandato è presente un sottoprogetto di semplificazione delle procedure: l’imprenditore deve avere poche regole, uguali per tutti, che devono essere rispettate. Il progetto riguarderà tutto il territorio dell’alto milanese, un sistema da valorizzare per le grandi imprenditorialità e capacità tecniche. Servono sia l’imprenditore con le sue competenze, sia persone che sappiano sostenere il lavoro.
In questo momento il problema più importante che abbiamo è quello dell’attrattività del territorio: dobbiamo imparare a fare marketing territoriale in modo efficace per attirare risorse ed investimenti. Purtroppo questo non risulta così semplice per due motivi: in primo luogo per le manovre della Svizzera, che sta lavorando con professionalità per far sì che aziende del nostro territorio si rechino a produrre al di là del confine nazionale; in secondo luogo, pur avendo anche noi le capacità e l’intelligenza per essere attrattivi, siamo carenti nel far sistema e nel creare sinergie.
Durante il mandato mi piacerebbe portare a termine due progetti: il primo è quello di riuscire ad essere facilitatore affinché questo territorio riesca a diventare attrattivo e maggiormente unito. Il secondo riguarda i miei concittadini: mi piacerebbe che le persone, quelle che s’interessano della propria comunità, si riavvicinassero alla politica; non esiste, infatti, la politica cattiva, esistono le persone cattive e senza ideali. Spero che il mio esempio di cittadino che vuole servire la propria comunità, senza avere nulla in cambio, possa essere l’avvio di questo processo di riavvicinamento.

Un’ultima domanda: se le dico “difficoltà nel suo lavoro di Sindaco”, qual è la prima cosa che le viene in mente?

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Quando le persone ti fermano, chiedono un colloquio con te e capisci immediatamente che hanno enormi necessità: la difficoltà maggiore sta nell’ascoltare queste persone, capirle, ma non avere gli strumenti per aiutarle. Purtroppo parliamo non solo di necessità materiali, quali la casa, le bollette, ma anche di necessità sociali, come la solitudine. Per questo ho coniato un breve slogan che vorrei fosse uno dei nostri capisaldi: “A Legnano nessuno si deve sentire solo”.
Qui c’è un’amministrazione che cerca in ogni modo di aiutare tutti, a volte con buoni risultati e altre volte meno. I cittadini devono comunque sapere che in Comune possono sempre trovare qualcuno pronto ad ascoltarli. Il sindaco sente su di sé tutte le preoccupazioni delle persone e questo deve essere, per quanto difficile, il giusto spirito di chi sceglie di ricoprire questa carica.

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