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Intervista a Marco Buselli, sindaco di Volterra

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busellidi Mara Squadroni e Francesco d’Angelo

30 gennaio 2014: crollano trenta metri di mura medioevali in centro a Volterra, provincia di Pisa. E’ il primo grande crollo, a cui ne seguono molti altri. Oggi Volterra, incantevole città immersa nelle colline toscane, con una storia plurimillenaria alle spalle e un’economia a base turistica, frana in moltissimi punti. Il Sindaco, Marco Buselli, 3x anni, ci racconta cosa significa amministrare una Città del genere.

Marco, torniamo alla notte del primo crollo. Dicci com’è andata…

Appena saputo della notizia ho pensato ad accertarmi che non ci fossero vittime o feriti. E’ stato come un colpo al cuore sapere del crollo in pieno centro storico, che si era portato via una strada intera fino ai piedi degli edifici, e con essa le antiche mura. Mi ha dato la notizia il Comandante dei Vigili del Fuoco, e già dalla sua voce ho percepito tutta la gravità della situazione.

Come si comporta il Sindaco davanti alla catastrofe?

La mia più grande preoccupazione, una volta accertato che non ci fossero vittime o feriti, era quella di ulteriori crolli degli edifici: il principale, di quattro piani, era ed è su di un baratro.

Ho evacuato con i Vigili del Fuoco 11 famiglie e 5 attività, trovando loro sistemazioni di fortuna. Sotto la pioggia battente, abbiamo dovuto mettere in sicurezza l’area.

Allo stesso tempo dovevi muoverti anche dal punto di vista comunicativo e istituzionale…

Assolutamente. Ho radunato collaboratori e forze di polizia per gestire gli sfollati, la chiusura della zona e le operazioni di monitoraggio. Il nostro ufficio stampa, nel frattempo, ha iniziato a diffondere la notizia cercando di tenere sempre alta l’attenzione su di noi. Come se non bastasse, ci servivano fondi: abbiamo attivato le somme urgenze, che si configuravano come debiti fuori bilancio. Ma con un palazzo di quattro piani sospeso nel vuoto non potevo aspettare.

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Ho anche chiesto aiuto economico a Regione e Governo, affinché non ci lasciassero soli (per Volterra servono 6 milioni di euro, 4 sono già stati stanziati). Molti ministri, commissioni parlamentari e istituzioni regionali si sono susseguiti a Volterra nei giorni seguenti.

Da studenti notiamo spesso due caratteristiche in questi casi: ci sono diversi livelli decisionali in gioco (Comune, Provincia, Regione, Ministero/Governo) e numerosi i vincoli di legge dall’altra. Sono un’utilità o un peso? Dicci la tua.

Le province, a parere mio, sono una sovrastruttura inutile, una volta che siano redistribuite le deleghe che detengono. Se potessi fare un’ipotesi di riordino del sistema delle autonomie locali, che è la base del buon funzionamento di tutto l’apparato, rafforzerei il ruolo dei Comuni, “mattoncino” fondamentale dell’architettura istituzionale. Abolirei totalmente le Province, anche come enti di secondo livello. Lascerei le Regioni, che dovrebbero assumere molte deleghe provinciali, quelle che i Comuni non possono prendere.

Pensi che ci sia un problema di prevenzione a Volterra e in Italia?

C’è un problema di prevenzione, in Italia e a Volterra, che viene da decenni di mancata cultura in questo senso. Non è un qualcosa che si può recuperare in poco tempo. Faccio un esempio. Abbiamo fatto il primo bilancio partecipativo del Comune di Volterra. Tra gli interventi su cui abbiamo chiamato i cittadini a scegliere abbiamo inserito la messa in sicurezza degli impianti elettrici in tutte le strutture sportive. Perchè non era stato fatto prima? Spesso (senza sparare su nessuno) si guarda più ad opere che danno visibilità, anzichè ad opere utili, o addirittura indispensabili, ma che offrono minor visibilità. Non ci sarà nessun “nastro da tagliare”, ma sono contento che anche i cittadini abbiano messo al primo posto questa priorità. 

I cittadini si augurano che a Volterra sia finita la stagione dei crolli e inizi quella dei turisti…

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Abbiamo attivato subito somme urgenze su tutti e due i cantieri e iniziato a lavorare da subito per riaprire le zone e le strade danneggiate. L’invito a tutti gli studenti Bocconi è a venire a farsi un giro a Volterra, per testimoniare con la propria presenza la vicinanza alla città. E’ il modo migliore. La stagione dei “crolli” spero sia finita qui. Volterra è bellissima, e come tutte le cose belle, estremamente fragile. Io e il collega di San Gimignano abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio, e ottanta sindaci toscani hanno aderito all’appello, di permettere di superare il patto di stabilità su dissesto idrogeologico, messa in sicurezza edifici scolastici e tutela beni culturali.

Sappiamo che sei promotore di iniziative a supporto dei Comuni virtuosi. Vuoi dirci i motivi di questo tuo impegno?

Credo si debba andare oltre al PIL e tornare a cercare la qualità della vita, che trova la sua espressione più autentica non certo nelle megalopoli e ai margini dei centri commerciali. Una città come la nostra rischia di veder svanire i propri servizi essenziali in nome di un vorticoso accentramento delle funzioni. Siamo sicuri che è questa la direzione giusta?  Sono Sindaco di una Città che lotta ogni giorno per mantenere attivi i suoi servizi di base, come l’ospedale. Lasciatemi dire che, secondo me, quando si operano tagli si deve tener conto non solo dei “numeri” di una popolazione, ma anche del criterio di territorialità: l’importanza strategica della Città nel suo territorio.

Per concludere, quale augurio per gli studenti Bocconi?

L’augurio è che possiate tener fede sempre ai propri ideali, non subordinandoli e facendoli sovrastare da logiche puramente aziendalistiche e di mercato. L’uomo non ha ancora trovato una propria “terza via” tra le ideologie stataliste ed il potere assoluto riconosciuto, direttamente o indirettamente, al libero mercato, ma deve continuare a ricercarla ostinatamente. La salute, il lavoro, la casa, in sintesi la stessa dignità umana, dipenderanno dal fatto se riusciremo o meno a capire questo.

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