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Intervista ad Andrea Guerra, CEO di Luxottica

Reading time: 4 minutes

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Di Sofia Bernardini, Lorenzo Cinelli, Tabita Costantino

Martedì 21 Maggio, ore 11.30, foyer dell’edificio di via Roentgen. Manca ancora mezz’ora alla conferenza DinamicaMente, ma i posti a sedere sono già quasi del tutto esauriti. Chiediamo all’ufficio stampa Bocconi di poter intervistare Andrea Guerra. Risposta negativa: siamo spiacenti, ma il dott. Guerra non rilascerà interviste alla stampa. Intanto, nell’attesa del suo arrivo, fantastichiamo sulla sua entrata trionfale, immaginandolo circondato da bodyguard e con quell’aria indaffarata di chi sta lavorando all’occhiale del futuro con Google.

Dopo un paio di minuti ci accorgiamo che in realtà è già in fondo alla sala, chiacchiera con il rettore Andrea Sironi e il vicedirettore del Corriere della Sera Daniela Manca. Giacca blu, camicia bianca a quadretti, niente cravatta e occhiale sottile e semplice per Andrea Guerra, amministratore delegato di Luxottica. L’azienda leader degli occhiali, nacque negli anni ‘60 dagli sforzi di un uomo semplice, il dott. Del Vecchio, capace di portarla alla leadership mondiale ma anche di saper lasciarla al momento giusto. Nel 2004 compie infatti il grande passo di dividere management e proprietà e Andrea Guerra, allora amministratore delegato di Merloni (oggi Indesit), è l’uomo giusto. Negli ultimi dieci anni l’azienda non ha smesso di crescere, senza però mai perdere di vista quella maniacale attenzione verso il cliente e i dipendenti a cui il dott. Del Vecchio tanto tiene. Con un fatturato annuo di circa 7 miliardi e un portafogli di brand affermati in tutto il mondo come Persol, Oakley e Rayban, Luxottica è una delle tanto invidiate eccellenze italiane.

Da lontano Guerra ci appare al tempo stesso serio e informale. Non sappiamo se sia il caso di supplicare direttamente lui o intercedere attraverso l’intervento del buon rettore per ottenere una piccola intervista per il giornale degli studenti. Andiamo dritti da Guerra e ci proviamo.

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La prima domanda ce la fa lui: “cos’è Tra i Leoni?”; si dice così disponibile per una breve intervista.

Di recente Luxottica ha annunciato l’accordo con Google sui Google Glass. Quali sono le sue aspettative nel breve e nel lungo termine? Quando li vedremo, secondo lei, implementati in tutti gli occhiali?

Sono delle domande impossibili. Questo nostro accordo e nostro progetto io lo catalogo nei progetti di esplorazione. Hai la certezza di quello che fai quest’anno, hai una buona pianificazione di quello che fai nei prossimi due-tre anni e poi cerchi di capire dove fare delle scommesse sugli scenari futuri. Questa è una di quelle. Oggi discutiamo di un oggetto… chissà, tra sei mesi discutiamo di un oggetto diverso, magari poi discuteremo di ancora qualcosa che non è materiale, non ne ho la più pallida idea… Però ci consente di aprire la testa, di stare con i migliori, di valutare un mercato che è il nostro con occhi che non sono i nostri ma di gente che arriva dalla California con una cultura e dei valori molto diversi dai nostri. Questo ci consente di rimanere svegli.

Ci sono anche altre società come l’Italiana GlassUp che stanno sviluppando prodotti concorrenti. Non crede che questa partnership molto forte possa uccidere la concorrenza?

Assolutamente no perché oggi, come giustamente dici tu, la tecnologia ha aperto un canale diretto tra le buone idee e il consumatore finale, per cui penso che anzi questo nostro accordo abbia dato una grande luce su un tema che sono i wearables e wearables in faccia e allora se oggi noi soltanto andiamo a farci un giretto in Israele vediamo che ci sono 50 start-up su questo tema. Quindi la cosa importante non è questo accordo ma quanto sono dinamiche queste startUp e quanto il nostro Paese abbia terreno fertile per startUp di questo genere.

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Negli anni sessanta al Dott. Del Vecchio…

(Sorridendo) Scusa avevamo detto due domande, questa è la terza.

(Promettendo che è l’ultima ci lascia proseguire)

…fu regalato il terreno su cui è nata e tutt’ora risiede Luxottica per sostenere l’occupazione. Lei oggi cosa regalerebbe ai giovani per incentivare la loro imprenditorialità?

Io regalerei due tre anni di lavoro in giro per il mondo.

Qualche Nazione in particolare?

Un giro per il mondo va bene, la cosa importante per qualunque persona che si laurea oggi, è avere in testa l’Italia ma avere in testa l’Italia in un contesto aperto. Io dico sempre che è meglio avere una persona brava, un grande cittadino del mondo, che una persona incredibilmente brava che non conosce il mondo. La conoscenza del mondo e di culture diverse, la capacità di adattarsi in contesti e culture diversi, è fondamentale, quindi gli regalerei l’opportunità di andare fuori 2-3 anni, poi se vuole rimanerci anche 5-6 va bene, e poi un biglietto di ritorno.

Ultima curiosità: qual è il suo occhiale preferito?

Tutti.

Durante la conferenza, Guerra presenta la nuova parternship Luxottica-Bocconi per finanziare alcune borse di studio per i programmi World Bachelor in Business, Double Degree Fudan e il programma graduate in India. Per ripartire bisogna educare i giovani alla “globalità”. Svela inoltre alcuni retroscena sul nuovo accordo con Google (“Sono stati loro a chiamare noi”) e racconta di come si rimane al primo posto anche collaborando con chi viene dopo (come Amazon).

Durante la conferenza, l’ad ribadisce più volte la necessità di giovani intraprendenti, che siano capaci di rischiare e siano aperti al mondo e all’innovazione. “Se vogliamo sfidare il mondo dobbiamo rischiare!”. L’imprenditorialità vera si raggiunge con i fallimenti e adottando la strada più dura. Non concentratevi troppo sul voto di laurea, ma acquisite più soft skills e aprite le vostre menti.

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Le parole di Guerra sono intrise di energia e coraggio, i timori diventano opportunità. La Cina non fa paura ma è anzi un mercato su cui lanciarsi. Anche se oggi c’è maggiore competizione nel mondo, ci sono molti più consumatori e molte più occasioni da poter sfruttare. Ciò che veramente Guerra lascia agli studenti alla fine della conferenza è uno stimolo a uscire dai propri confini fisici e mentali per conoscere e sfidare quel mondo in cui noi italiani, nonostante tutto, possiamo primeggiare.

One comment
  1. Juan Carlos Carpintero Garcia

    Buongiorno, Molto bello e condensato articolo su Andrea Guerra; da non perdere di vista. Raccomando a chiunque abbia tanta voglia di crescere. Saluti, Juan Carlos

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