#TiLSunday, rubrica domenicale a cura di Tommaso Di Vico sulle letture più interessanti e particolari della settimana passata.
Foreign Policy ha scoperto la storia di un diplomatico nordcoreano fermato alla dogana di un aeroporto del Bangladesh con 35 chili d’oro. Secondo varie fonti, i Kim userebbero dal 1974 un servizio segreto apposito per evitare l’embargo e riuscire a far entrare liquidità, armi e auto in Corea del Nord. Per potersi permettere queste importazioni, Pyongyang avrebbe sviluppato negli anni un export piuttosto vario: sigarette contraffatte, oro, dollari falsi e metanfetamine.
Il Foglio pubblica un reportage su Macao, l’Atlantic City dell’Asia recentemente decretata da McKinsey seconda città al mondo per potenziale di crescita. Sembrerebbe un paradosso: Macao non ha produzioni industriali, non ha export e conta solo 600mila abitanti; dai suoi casinò però si è sviluppato un giro d’affari pari a 7 volte quello di Las Vegas.
Jimmy Kimmel ha inventato un format televisivo molto divertente: prende i tweet con gli insulti peggiori rivolti a personaggi famosi e li fa leggere ai diretti interessati. Questa volta è il turno di Obama, un talento sinceramente sprecato per quel mestiere lì.
È tornata Monica Lewinsky. Un profilo sul New York Times racconta la serie di conferenze e discorsi pubblici che l’ormai quarantenne ex-stagista della Casa Bianca sta tenendo in giro per l’America. L’inizio è quasi sempre “Some of you younger people might only know me from some rap lyrics”, la conclusione è in genere una standing ovation, come nel TED Talk di Vancouver di pochi giorni fa.
Fortune sceglie di raccontare il successo di Ikea attraverso lenti di lettura inedite: il menu per i ristoranti dei paesi emergenti, le vicende del Deputy Director of Packaging, l’incredibile mole di ricerca dietro ogni scelta. Pare che prima di aprire a Mumbai abbiano voluto sapere qual è la percentuale di persone che in quell’area metropolitana preme ‘snooze’ almeno una volta prima di svegliarsi. Il 58%.
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