Di Alessandra Aceti
28 settembre 2015 – la Nasa conferma le prove della presenza di acqua liquida su Marte.
20 luglio 1969 – Neil Armstrong compie quello che lui definisce “un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità” e calpesta il suolo lunare.
12 ottobre 1492 – Cristoforo Colombo, dopo mesi di navigazione, tocca il suolo di terre sconosciute, un altro continente che si scoprirà poi essere l’America.
L’America, appunto, il massimo comun denominatore di questi tre eventi di diversa natura sul piano oggettivo ma ugualmente straordinari per la storia dell’uomo. L’America, terra di sogni e di speranze (che si realizzano), da una parte oggetto della scoperta nel lontano 1492, dall’altra, oggi come nel ’69, attrice e protagonista degli eventi.
Altro punto di contatto tra le tre date è sicuramente il concetto di new frontier, che fu introdotto dal presidente Kennedy negli anni ’60 ma che assolutamente rispecchia la caratteristica di questi eventi di compiere un passo, di andare oltre. Oltre ciò che è conosciuto per scoprire quanto più può esserci di ignoto.
Ci sarebbe da domandarsi come mai l’uomo sembri mostrare un’attitudine tale alla ricerca, alla scoperta. Sarebbe interessante conoscere le motivazioni, i procedimenti che lo portano a vivere tutto questo, a spingersi verso imprese simili. Che sia insito nella sua natura? Oppure è forse mosso da altro, oltre che dalla trepidazione per l’ignoto, fosse anche la brama di estendere altrove il proprio controllo, di ribadire ancora una volta il potere che esercita sulle cose?
La prospettiva che si è aperta adesso, infatti, è quella dell’uomo su Marte. Secondo quanto dichiarato dall’amministratore capo della Nasa Charles Bolden e quanto confermato dallo stesso presidente Obama, nel 2040 si prevede il primo passo sul pianeta marziano: dunque chi sarà l’Armstrong del nuovo millennio?
Il 2100, invece, è stato indicato come data indicativa di inizio della colonizzazione. Una bella sfida, insomma.
Eppure sembra ieri che il presidente Kennedy parlava all’America di new frontier e donava un sogno al suo Paese, al mondo intero e all’umanità tutta. Ma questo passato, che sembra così vicino, appare invece sempre più un puntino lontano se consideriamo la strada fatta fin oggi e le sfide che ci si pongono davanti.
Ci troviamo così in una posizione cruciale: ancorati da un lato a quelle che ormai sono certezze ma allo stesso tempo spinti verso l’idea di un nuovo balzo in avanti, affezionati ad un passato che appare epico ma tesi verso un futuro che si prospetta avvincente, gli Americani direbbero challenging. Ancora una volta, dunque, un obiettivo che abbiamo iniziato a perseguire con determinazione e un sogno che richiederà un grande sforzo perché possa diventare realtà.
Articles written by the various members of our team.