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Off Campus

L’italia diventa ultraband

Businessman walking on a cable network
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Piani e prospettive del Governo verso il 2020

di Lorenzo Diaferia.

Businessman walking on a cable networkIl 7 Aprile il premier Matteo Renzi ha annunciato il progetto del Governo per estendere la copertura della banda larga nel nostro Paese. Il progetto prevede di portare la totalità delle connessioni alla velocità di 30 Megabit per secondo e arrivare a coprire il 50% degli abbonamenti con velocità di almeno 100 Mbps entro il 2020. Strategico a tal fine sarà il ruolo di Enel, che ha costituito una nuova partecipata, Enel Open Fiber per lavorare al cablaggio in fibra ottica con tecnologia FTTH (fiber to the home). All’ installazione delle infrastrutture lavoreranno in partnership con Enel Open Fiber anche due importanti società private, Vodafone e Wind. Grande assente per il momento l’ex monopolista Telecom. Dal canto suo però, l’AD di Enel Francesco Starace ha dichiarato di essere aperto alla collaborazione con tutti, ribadendo di essere attualmente in trattativa anche con Metroweb, società nell’orbita di Cassa Depositi e Prestiti. Quest’ultima infatti, ha provveduto a cablare Milano, la città italiana che in quanto a velocità internet detiene un vero e proprio primato. Con 375.000 Km di fibra installata supera infatti Madrid e Londra e stacca di molto anche Parigi e Francoforte. Grazie a questa infrastruttura la città conta il 35% delle sue connessioni in banda ultra larga, facendo meglio anche di Svezia, Norvegia e Svizzera.
Starace ha dunque aggiunto di voler “fare una grande Metroweb cioè riprodurre su scala nazionale quello che è stato fatto a Milano”.
Ma se nel capoluogo lombardo, come in altre grandi città italiane, la velocità internet risulta più che soddisfacente, come se la passa il resto del Paese?

Secondo l’ultimo State of the Internet Report di Akamai, che prende in esame l’ultimo trimestre del 2015, la velocità media della connessione internet nel nostro Paese è di 7.4 Mbps. La Francia di attesta a quota 8.9, la Spagna a 12.1, la Germania a 12.9 e la Svezia arriva addirittura al livello di 19.1 Mbps.
Ma che cosa significa esattamente banda larga e in cosa si traduce questo per l’utente finale? La confusione regna sovrana.

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Oggi infatti, la definizione tecnica di banda larga ha perso di significato. Vengono sempre più etichettate come “banda larga”, una grande varietà di connessioni che possono presentare velocità anche molto diverse. Il termine è quindi da intendersi ormai solo in senso relativo – incrementale in genere – rispetto alla banda precedente. Per definire il progetto italiano sarebbe quindi più corretto usare l’espressione “banda ultra larga” che si riferisce a quelle connessioni che viaggiano a 30, 50, 100 e 300 Mbps. Ciò che invece è certo, è che quando un utente finale scarica dei contenuti dalla rete, li visualizza in Megabyte e non in Megabit. Questa discordanza di unità di misura può creare grande confusione tra i non addetti ai lavori. Ebbene, risparmiandoci inutili passaggi matematici, basti pensare che per scaricare un comunissimo file audio da 10 MB ci vorranno circa 12 secondi con una connessione vicina alla media nazionale attuale. Ma se si arrivasse ad una connessione a 100 Mbps o addirittura a 300 come già accade in alcune città? In questo caso l’accesso al contenuto avverrebbe con una velocità fulminea, rispettivamente in appena 1 secondo o 0,3 secondi. Una gran bella differenza.

Forse può apparire superfluo o quantomeno non così cruciale un tale investimento, ma non è così. Viviamo in un mondo di servizi e di informazioni in cui quotidianamente una quantità infinita di dati attraversa oceani e montagne. Dalla difesa alla medicina, dall’industria alla finanza, è chiaro che avere acceso ai dati e avere la capacità di elaborarli prima e meglio degli altri è diventato di importanza strategica. Moltiplicando questi vantaggi per i milioni di aziende e famiglie italiane è facile ipotizzare la portata del grande beneficio sociale ed economico che questa innovazione comporterebbe. Beneficio evidente senza dubbio in termini di efficienza per le nostre imprese, che vivono la sfida dell’internazionalizzazione, ma anche per i cittadini. Un internet più veloce, come ha ricordato il premier, può rendere la pubblica amministrazione più rapida, può avvicinarla  ai cittadini e può rendere i rapporti con lo stato più snelli e comodi per l’utente finale. Ridefinire gli standard di questi rapporti fa parte del futuro del nostro Paese.
Quando Olivetti negli anni ’50 sviluppò il “nonno” dei moderni computer, l’ ELEA 9003, regalò il primo esemplare alla pubblica amministrazione perché si ammodernasse. Di tempo ne è passato, ed è giunto il momento di compiere un altro passo importante nei rapporti cittadino-PA. Nell’ottica di questa nuova sfida i 2,5 miliardi di euro messi sul tavolo dal piano Enel per il cablaggio di 224 città sembrano viaggiare nella giusta direzione. Questi fondi tuttavia, saranno utilizzati per intervenire nelle sole zone ritenute a “successo di mercato”, cioè le aree ribattezzate cluster A e B. Oltre ad essi però, per assicurare efficacia al progetto sarà necessario investire anche nei cluster C e D, ben meno remunerativi. Per questo, già il 29 Aprile saranno lanciate le prime gare per investire anche in quelle zone: per il momento ci sono gli 1,6 miliardi già messi a disposizione dal Cipe e altri 3 miliardi di fondi europei. Alcuni aspetti non secondari rimangono però ancora da chiarire: l’eventuale ruolo di Metroweb, l’opinione che Bruxelles si farà sulla “regia statale” dell’operazione e la posizione controversa di Enel stessa. La società infatti, sta appunto mettendo sul tavolo fondi per i cluster A e B e non per le realtà a fallimento di mercato, mostrando così di essere più un concorrente dei providers privati che il promotore di un progetto sociale. Nelle prossime settimane si andranno auspicabilmente a definire queste situazioni ancora in bilico, con la speranza che il progetto non si blocchi.
Il 30 Aprile sarà il trentesimo anniversario dell’arrivo di Internet in Italia: uno stimolo in più per compiere questo importante passo avanti.

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