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I partiti all’alba delle europee: Forza Italia e Fratelli d’Italia

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di Marco Visentin

Nella nostra panoramica in vista delle europee abbiamo parlato dei tre maggiori partiti sulla piazza: Lega, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Dei rimanenti, gli unici che si prevede superino la soglia di sbarramento del 4% dei voti sono Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Con il berlusconismo ormai tramontato, la prima di queste due forze è precipitata sotto il 10% dei consensi nei sondaggi – tra 8 e 9, generalmente. Scontata l’interdizione dai pubblici uffici determinata dalla legge Severino, Berlusconi prova con la propria candidatura a trascinare il partito quanto meno al di sopra della soglia del 10%: un risultato inferiore, peraltro probabile, sarebbe considerato il preludio della fine.

Lega e Fratelli d’Italia già da tempo hanno messo gli occhi su questo “grande malato” della politica italiana: un partito, come i precedenti fondati da Berlusconi, costruito intorno alla figura del fondatore e presidente; privo di una classe dirigente elettoralmente attrattiva. E ora che il già Presidente del Consiglio ha superato gli 80 anni ed è sempre più in difficoltà nel fare campagna elettorale, questo limite è ancora più evidente.

Non stupisce, dunque, che i due alleati di destra se ne stiano mangiando l’elettorato: la Lega con grande successo, ma anche il partito di Giorgia Meloni, salito al 5% nei sondaggi, punta al sorpasso per assorbire i resti della galassia berlusconiana. RIP.

Giorgia Meloni, incarnazione di Fratelli d’Italia come Berlusconi lo è del suo partito, è un fenomeno più “nuovo” e interessante. Tralasciando la sua lunga storia politica, legata alla destra romana e per un periodo al già citato ex-premier, sono gli ultimi anni a segnare la novità.

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Giorgia selfie e pecorino titolava L’Espresso in un articolo del 17 maggio. E in effetti, la leader di FdI le prova tutte per riempire i profili social a lei collegati con contenuti “virali”, selfie di sostenitori ai suoi comizi (rigorosamente al chiuso, controllati, in camera di contenimento) et similia, con tutti gli scivoloni del caso: da Macron cattivo che impone ai nostri pescatori il diametro delle zucchine che devono pescare alla guerra con CasaPound per chi ha diritto a esporre striscioni xenofobi. Tanto, più noi se ne parla, più i suoi contenuti saranno virali.

L’ambizione, non taciuta, della Meloni è costituire una maggioranza con la sola Lega, caso in cui il suo partito, per quanto inevitabilmente stampella, godrebbe di più peso di quanto abbia mai avuto e potrebbe essere consacrato a forza di governo.

In effetti, non si colgono differenze significative tra l’ideologia di base di FdI e quella della Lega salviniana, rendendo i due partiti compatibili: entrambi avversi ai migranti, nazionalisti-sovranisti, difensori della morale e della religione tradizionali – un leader fa comizi con rosario e Vangelo, l’altra video sull’importanza di fare il presepio; entrambi con situazioni matrimoniali (come il “figlio fuori dal matrimonio della Meloni) che la religione tradizionale riterrebbe imbarazzanti.

Il grande problema di Fratelli d’Italia è probabilmente proprio questa grande compatibilità con la Lega, il cui leader ha dimostrato una maggiore capacità attrattiva e un più spiccato talento nell’occupare mediaticamente la scena. Insomma, Salvini, dopo e durante l’assalto a Forza Italia, potrebbe mangiarsi anche il partito di Giorgia Meloni; la quale, infatti, dell’elettorato berlusconiano è riuscita a conquistare sì qualcosa, ma molto meno dell’alleato leghista.

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Editorial Director from January 2020 to January 2021, now Deputy Director. Interested in European integration and public policy.

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