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Economics

Uno spunto di riflessione

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Nella storia degli ultimi due secoli si possono osservare due note e distinte tendenze ideologiche. La prima è legata all’individualismo e alla libertà dell’essere umano. Questa tendenza ha dato luogo allo sviluppo del capitalismo. In più ha contribuito allo sviluppo tecnologico: attraverso innovazioni ha favorito sempre la scienza e ha premiato i risultati positivi. Invece la seconda tendenza è legata all’onnipotenza dello stato, al suo governo e alla capacità di gestire i problemi della società. La seconda tendenza va applicata al contesto attuale europeo.

La politica economica di Bruxelles va pensata come un insieme di decisioni e azioni destinate ad agevolare la concorrenza nei mercati europei attraverso la quale le risorse produttive vanno allocate in maniera efficiente. Questa intuizione segue immediatamente dalla principale direttiva dell’ EU il movimento libero di persone capitali e beni. Però riflettere sopra la natura di un insieme di decisioni aiuta a capire il perché degli azioni da essi derivanti.

Attraverso la liberalizzazione dei mercati “lo stato” d’Europa agevola il suo intervento nell’economia di tutti piccoli stati membri dell’ EU che svolgono la loro attività economica secondo il principio della concorrenza perfetta, ma che prima o poi perderanno i loro confini. Una delle leve attraverso la quale si rinforza l’interventismo di Bruxelles è proprio il promuovere lo sviluppo di un  libero mercato. La forza del controllo consiste non nell’abolire la proprietà privata dei mezzi di produzione ma nel limitarla. Quindi l’assetto istituzionale della UE va definito secondo un governo unitario dove tutte le attività decisive e di controllo sono centralizzate mentre quelle di produzione vengono realizzate su base locale. La struttura di governo è determinata per attivare i rapporti costruttivi con tutti gli stati membri dell’unione europea per assicurarle vita duratura. L’ambiente economico che permette la realizzazione di tale fini è il modello che si avvicina di più al laissez faire. Questo atteggiamento dogmatico di laissez faire è una via di mezzo tra il socialismo e il capitalismo perché da una parte vuole limitare gli eccessi del primo e dall’altra parte vuole garantirsi tutti i vantaggi che provengono dalla libera iniziativa, l’efficienza e la flessibilità che il socialismo non è in grado di assicurare.

Al centro dei dibattiti  non sta più l’organizzazione della società ma bensì il problema di come creare condizioni ai singoli individui affinché loro possano svolgere le loro attività e sfruttare le loro conoscenze in modo tale da ottenere i migliori risultati possibili. I prezzi e le quantità si controllano indirettamente attraverso i vari provvedimenti che limitano i metodi di produzione e che colpiscono tutti i possibili produttori.  Dato che questi provvedimenti impongono costi aggiuntivi bisogna capire se tali costi siano maggiori dei benefici ottenuti. Bisogna valutare tutti i benefici e costi: sia quelli impliciti che quelli espliciti derivanti da tale politica. Ma ancora prima bisogna porsi una domanda “l’obiettivo di Bruxelles sta nel far funzionare la concorrenza nei mercati in maniera efficiente oppure nell’eliminarla completamente?”

Zdravka Nikolova

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