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Papèm: la nuova startup che aprirà le porte dello shopping 2.0?

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Vi è mai capitato di restare delusi da un acquisto on line? Questo gruppo di Bocconiani potrebbe avere la soluzione che faccia al caso vostro.

papem-2Di Riccardo Russo

Papèm è una startup digitale nata da un gruppo di Bocconiani ambiziosi. Da poco sul mercato, si proietta verso un nuovo modello di business che vuole abbattere il muro tra negozi online e offline. Ecco come l’AD e cofondatore, Alberto Lo Bue, ha risposto alle nostre domande:

In quali circostanze è nata Papèm?

“L’idea di Papèm nasce una sera d’autunno in un bar a Milano, parlando di come fosse difficile acquistare online prodotti di abbigliamento e design senza doverli poi rendere indietro per problemi di taglia, colore o semplicemente perché non era quello che ci aspettavamo. Quella sera abbiamo iniziato a discutere se fosse possibile abbattere le barriere tra negozi fisici e online: era possibile garantire la varietà ed i vantaggi di prezzo, tipici dell’online, con la disponibilità immediata e la possibilità di verifica sul prodotto, tipico dell’offline? Abbiamo pensato al mobile come strumento perfetto per garantire allo stesso tempo i due tipi di vantaggi. Allora non avevamo ancora chiaro il potenziale di crescita che una soluzione del genere avrebbe portato ai negozi fisici. Quella che è nata come una discussione in un bar tra amici che, vivendo in città diverse, non si vedono troppo spesso, si è trasformata, nell’arco di un paio di mesi, in un progetto serio. Lo scorso dicembre, insieme a Roberto Pirrone e Alberto Lipari abbiamo lanciato Papèm su iOS e adesso siamo finalmente su Android.”

Come e in che misura ha influito l’essere Bocconiano sulla sua carriera?

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“Ho frequentato il CLEAM e ho avuto la possibilità di confrontarmi con colleghi molto validi e professori che hanno continuamente stimolato la mia voglia di mettermi in gioco. Anche da questo è derivata la mia decisione di lasciare Milano. Quando ci si sente prossimi alla propria “comfort zone”, allora penso valga la pena staccare e ricominciare in ambienti completamente diversi dove cercare ancora più stimoli. Purtroppo il risultato di ciò è stato dover abbandonare la Bocconi, a cui devo molto. Tuttavia, porterò sempre con me la mentalità imprenditoriale e l’approccio analitico che ho appreso qui.”

Quali sono le problematiche maggiori che ha incontrato nel fondare un’azienda dal nulla? Sono davvero così marcate le differenze con l’estero?

“La burocrazia e l’alto livello di tassazione che abbiamo in Italia non aiutano: aprire una ltd è molto più semplice e meno costoso di una srl innovativa. Ciò nonostante, sebbene assumere talenti abbia un costo aziendale enorme e difficile da sostenere, soprattutto per una startup, siamo speranzosi e vogliosi di dimostrare che si può fare impresa nel nostro paese.”

Quali sono le prospettive del mercato in cui operate? E quale la vostra strategia?

“Quello del fashion retailing è un mercato in forte cambiamento e ha bisogno di innovazione. Gli acquisti in negozio influenzati dagli smartphone crescono del 40% l’anno: Papèm vuole essere il mezzo attraverso il quale i migliori brand, boutique e artigiani in città possano avere una presenza multi-canale efficace. Allo stesso tempo, vogliamo proporci come un compagno di shopping che dispensi consigli ed ispirazione ai suoi clienti, aiutandoli a non perdere le occasioni migliori. Pianificare gli acquisti senza dover girare decine di negozi, bloccare prezzi speciali per 24h, guadagnare punti per ogni visita ai nostri negozi partner… tutto questo crea interazioni costanti tra il mondo fisico e quello digitale e rende più efficiente e divertente lo shopping locale.”

Cosa suggerirebbe ad un Bocconiano che voglia entrare nel mondo del digitale?

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“Suggerirei di mandarci il suo CV. Siamo in cerca di talenti per crescere. Per chi di voi voglia entrare nel mondo digitale con un progetto imprenditoriale, consiglierei di non farlo da solo. Trovare il/i co-fondatori che abbiano skills complementari alle vostre e la stessa voglia di mettersi in gioco è di fondamentale importanza.”

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