Dopo molti mesi, la cerimonia tanto attesa dai laureati Bocconi si è tenuta, seppur online. Come da tradizione, gli studenti più giovani e meritevoli sono stati invitati a tenere un discorso diretto ai loro colleghi. Tra questi, Ludovica Arconte ha svelato a Tra i Leoni alcuni retroscena delle sue parole, nelle quali ha invitato i Bocconiani a “prendersi il giusto tempo per ringraziare sé stessi”.
Pochi giorni fa, dopo svariati mesi dall’effettivo conseguimento del titolo, gli studenti Bocconi laureatisi durante lo scorso anno accademico hanno finalmente avuto occasione di festeggiare. La cerimonia, svoltasi interamente online, ha visto il susseguirsi di diversi valedictorian speech. La tradizione dell’Università vuole infatti che i neolaureati più giovani e meritevoli tengano un discorso rivolto all’intera comunità studentesca. Tra questi, Tra i Leoni ha intervistato Ludovica Arconte, nata nel gennaio ’99 e laureatasi in Economia Aziendale e Management.
Ludovica, innanzitutto complimenti per questo risultato. Te lo aspettavi?
“Un po’ ci avevo sempre sperato. Quando negli anni precedenti ho partecipato a cerimonie di laurea di colleghi più grandi, avevo visto altri studenti tenere quel discorso e sognavo di farlo anch’io un giorno. Ero consapevole di essere tra gli studenti più piccoli, ma sapevo anche che molto dipendeva dalla fortuna. Alla fine è stata una bella sorpresa.”
Quali credi siano stati gli elementi più importanti del tuo discorso?
“Innanzitutto, mi ero detta di non soffermarmi troppo sulla situazione pandemica. Ho voluto scriverlo allo stesso modo di come avrei fatto se fossimo stati in presenza, cercando di tralasciare la negatività del contesto. Ho cercato di descrivere il percorso accademico di questi tre anni, non soltanto il mio ma quello condiviso da tutti. Dal trovarsi in aula magna il primo giorno, alla frenesia dei primi esami e dell’Exchange, fino alla tesi di laurea. Un percorso senza sosta che, proprio per questo, non si trova mai il tempo di ammirare.”
Tu invece hai invitato a prenderci un secondo per guardarlo.
“Esatto, ho chiesto ai miei colleghi di fare qualcosa che facciamo troppo di rado, ovvero ringraziare noi stessi. Inseguire sempre nuovi traguardi spesso non ci permette di ammirare ciò che abbiamo già raggiunto. Volevo trasmettere un messaggio di orgoglio.”
Nel tuo discorso ti sei soffermata molto sulle associazioni.
“Sì, credo che gli strumenti extra-curricolari messi a disposizione dalla Bocconi permettano ad uno studente di costruire la versione migliore di sé stesso. In tal senso le associazioni, il media center, la rappresentanza e le tante opportunità extra-curriculari sono per me l’essenza stessa della vita universitaria.”
Ti sei ispirata ad altri studenti che hanno tenuto il discorso prima di te?
“Mentre lo scrivevo ho avuto modo di recuperare alcuni discorsi tenuti da altri studenti in passato. Quello che mi ha stupito è come i principali temi toccati dai vari discorsi siano ricorrenti nel corso degli anni, che è indicativo dei valori dell’università. Ad esempio, l’importanza del mondo extra-curriculare e dell’amicizia sono spesso citati ed anch’io ho voluto dare loro la giusta importanza.”
Andando oltre il discorso, come hai vissuto l’esserti dovuta laureare online?
“Sognavo da tanto il giorno della laurea. Ne avevo parlato spesso sia con le amiche che con la famiglia. All’inizio non avevo preso per nulla bene l’idea di non poter vivere questo momento in presenza. Mi sentivo rassegnata, ma ho poi deciso di provare a cogliere il lato positivo da questa situazione. Ho scelto di restare a casa in Calabria e festeggiare con la mia famiglia. Quantomeno, questo giorno ci ha permesso di realizzare di esserci laureati.”
Che cosa ti sentiresti di dire ad una matricola che voglia raggiungere il tuo stesso obiettivo?
“Credo che la ricetta per trarre il meglio dal proprio percorso accademico consista nel vivere l’università a 360 gradi, cogliendo ogni opportunità che Bocconi ci propone, talvolta anche creando da soli le proprie opportunità. Nel mio caso, sono convinta che se avessi speso tutto il tempo sui libri non sarei riuscita a tagliare questo traguardo. Riempirsi di studio non serve, l’importante è vivere le proprie passioni per potersi poi concentrare al massimo nel tempo dedicato allo studio.”
Una curiosità: c’è mai stato un momento di difficoltà nel corso di questi tre anni?
“Più di uno. Infatti, nel mio discorso sottolineo il concetto di <<beneficio del fallimento>>. Ovvero il fatto che la Bocconi abbia insegnato a molti di noi che si può cadere, e a capire come reagire quando succede. Per quanto mi riguarda, nel corso del primo semestre del secondo anno mi ero sobbarcata di impegni extracurriculari, sopravvalutando le mie energie. Ad un tratto, mi ero ritrovata con 5 generali e l’IELTS da fare e credevo seriamente di non farcela. Mi ero resa conto di aver perso il mio focus, per fortuna poi grazie ai miei amici sono riuscita a far di nuovo ordine nella mia testa e ad uscirne bene.”
Te la butto lì, scambieresti il discorso che hai tenuto per una laurea in presenza?
“Non lo so, questa è dura (ride). Da un lato, la laurea in presenza è diventato un sogno proibito. Dall’altro tenere il discorso è stato davvero bello. Sia perché non avevo svelato a nessuno il contenuto fino all’ultimo, sia perché mi ha emozionato sentirmi dire da ragazzi del primo anno di essere arrivata anche a loro con le mie parole. Però forse per il bene del mondo sceglierei di farla in presenza.”
As a European citizen born in Portici, I'm interested in whatever deals with the economics and politics of our Continent. Sometimes I also pretend to understand philosophy.