Di Chiara Gilardi.
Sull’onda di una digitalizzazione che sta travolgendo i settori più tradizionali, dall’agricoltura alla pubblica amministrazione, così anche l’antica attività forense si allontana sempre più dal foro ed approda su piattaforma virtuale. Questa è l’ambizione di Vicarius, una giovane start-up fondata quest’anno da Giuseppe Nicola Isgrò, bocconiano al terzo anno BIG (bachelor in international politics and government), insieme a Mattia Nencini, alumnus laureato con lode in Marketing Management.
Ciao Giuseppe Nicola. Anzitutto, spiegaci l’idea alla base di Vicarius, l’obiettivo che si pone e il problema che risolve.
Vicarius nasce con l’idea di razionalizzare e semplificare la comunicazione professionale fra gli avvocati. Il settore legale in Italia si basa principalmente su dei meccanismi tradizionali di gestione dell’informazione. La ricerca di un collega in un altro foro, per esempio, avviene quasi esclusivamente tramite passaparola. Gli avvocati non hanno fiducia nel digitale e nei processi di digitalizzazione: se è vero che molti studi medio-piccoli hanno dovuto adattarsi all’evoluzione tecnologica imposta dalla nuova legislazione (si veda per esempio il processo telematico), rimane però una profonda diffidenza nei confronti della digitalizzazione del rapporto umano. L’obiettivo che ci siamo posti è quello di costruire un punto di riferimento digitale per i professionisti del settore, partendo proprio dalle loro esigenze e diffidenze. Abbiamo deciso di iniziare realizzando un network che consenta agli avvocati che necessitano di un sostituto di trovarlo in maniera rapida ed affidabile, e agli avvocati che hanno più tempo a disposizione di offrire i propri servizi.
In che modo Vicarius è migliore rispetto alle innumerevoli pagine Facebook, siti e group chat con lo stesso obiettivo?
Tutto il processo creativo che ha portato all’ideazione e poi allo sviluppo della piattaforma è avvenuto a stretto contatto con i professionisti del settore. La parola chiave è fiducia: la piattaforma contiene al suo internouna serie di meccanismi che garantiscono l’affidabilità dei professionisti da un lato e la semplicità di utilizzo dall’altra. Se è vero che l’utilizzo di piattaforme come Facebook possa rivelarsi molto semplice tecnicamente (postare una richiesta di essere sostituiti può essere effettuato in pochi secondi), è pur vero che l’attendibilità dei candidati sostituti risulti molto limitata. La situazione opposta si presenta, invece, con le altre piattaforme disponibili: i meccanismi per la ricerca del sostituto, seppur degni di fiducia, risultano complicati e poco user-friendly. Vicarius si pone come interprete delle esigenze degli utenti, realizzando un network capillare, affidabile e soprattutto capace di evitare tensioni nell’approccio di chi, non avendo mai utilizzato le nuove tecnologie nella propria professione, può esserne spaventato.
La tua start-up si propone come soluzione chiave alla sopravvivenza di migliaia di studi legali medio-piccoli, la spina dorsale del settore in Italia. Credi che maggiore interconnessione li renderà più competitivi contro le grandi law firms?
Ne sono fermamente convinto. Il problema del settore legale di oggi è rappresentato da un certo buon grado di polarizzazione. Oggi i clienti di fascia medio bassa, tendono a non potersi permettere le soluzioni personalizzate che gli studi legali medio-piccoli offrono e si rivolgono quindi a strutture alternative, talvolta non avvalendosi di alcuna assistenza. Questi studi, dunque versano in condizioni economiche sempre peggiori. Il fenomeno è simile a quello avvenuto con le grandi catene di distribuzione di beni di consumo in passato: la standardizzazione e i grandi volumi di produzione hanno permesso di diminuire i costi di vendita, mettendo in crisi le piccole botteghe artigianali. Queste ultime hanno dovuto riposizionarsi sul mercato cercando nicchie di lusso, oppure sono state costrette a chiudere. I grandi studi associati e le cosiddette “law firms” riescono ad offrire soluzioni standard a prezzi inferiori, compensando grazie ad aziende e clienti più abbienti. Il risultato è che pochissimi grandi studi detengono la maggior parte del market share: purtroppo il fenomeno è destinato a peggiorare.
Una maggiore interconnessione rappresenta il primo passo della rivoluzione digitale: permette di ridurre costi di struttura e costi fissi e alimentare la movimentazione di un mercato stagnante e arretrato. Possiamo definire una più stretta interconnessione come la spinta necessaria per la rivincita degli avvocati “sartoriali” nei confronti delle grandi associazioni.
Più in generale, come è caratterizzato il settore legale in Italia e quanto è davvero aperto al passaggio al 4.0?
Il settore legale in Italia affonda le sue radici in una tradizione pluricentenaria. Il diritto nella sua accezione più antica, nelle sue formulazioni primigenie è nato qui. È comprensibile, quindi, che i professionisti siano restii nello stravolgere le metodologie di approccio al loro mestiere. Il vero nòcciolo della questione, risulta quindi rendere l’implementazione delle nuove tecnologie nella professione il più graduale e indolore possibile. Molte start-up in ambito legale stanno nascendo e sono convinto che nel giro di pochi anni il settore subirà uno stravolgimento pressoché totale. La sfida è nelle mani degli studi legali medio-piccoli: una battaglia per la libera professione e l’indipendenza della figura di avvocato come la conosciamo oggi.
Per i futuri giuristi bocconiani, come e quando potranno usufruire della piattaforma?
La piattaforma per il momento è riservata ai soli avvocati, quindi per usufruirne è necessario aver passato l’esame nazionale ed essere iscritti all’albo professionale. Nel breve periodo abbiamo intenzione di aprire la piattaforma anche a praticanti e praticanti abilitati. Lavoriamo costantemente affinché Vicarius possa rappresentare un valido strumento di crescita professionale per i giovani praticanti e avvocati. Crediamo altresì che la piattaforma si presti a diventare un ottimo canale per il job recruitment. Agli studenti bocconiani non rimane che seguire il progetto sul nostro sito (www.vicariuslegal.it) per essere pronti ed entrare a farne parte il prima possibile.
Per i tanti aspiranti imprenditori bocconiani, invece, quali sono secondo te i primi step e i principali ostacoli per concretizzare una simile idea?
A chiunque voglia intraprendere un percorso di questo tipo, suggerisco di trovare validi membri del team e armarsi di molto coraggio; ma soprattutto di non abbattersi mai. Le vie per la realizzazione di un’idea imprenditoriale sono moltissime, sicuramente la “conditio sine qua non” è costituita dalla caparbietà e tenacia più totali. Il primo passo è fare, sbagliare, correggersi e ricominciare da capo. Come diceva Edison interpellato sul come si fosse sentito fallendo tante volte prima di giungere alla realizzazione della prima lampadina funzionante: “Io non ho fallito duemila volte nel fare una lampadina; semplicemente ho trovato millenovecento-novantanove modi su come non va fatta una lampadina”.
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