È stata una caffetteria di Vancouver ad assistere, verso la fine di ottobre, all’avvio del primo sportello bancomat per il prelievo ed il versamento di Bitcoin.
Questo non è stato che l’ultimo passo di un percorso che ha avuto origine nel 2009, anno in cui un anonimo, con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, ha creato questa moneta crittografata. I Bitcoin sono scambiati mediante una rete peer to peer, ovvero senza la presenza di un’autorità centrale che coordini le operazioni o che distribuisca la valuta. Le transazioni non possono essere né tracciate né annullate, e avvengono a costi irrisori. I Bitcoin sono una moneta digitale vera e propria, in grado di essere utilizzata per effettuare acquisti e pagamenti, tanto online quanto presso le attività che li accettano come modalità di pagamento.
Il funzionamento dello sportello bancomat, chiamato Robocoin, è semplice ed immediato. Esso converte dollari canadesi in bitcoin e viceversa, effettuando la scansione della mano dell’utente, onde evitare che si superi il limite massimo dei tremila dollari scambiabili giornalmente, in accordo con quanto previsto dalla legge canadese anti-riciclaggio.
Il bancomat in questione ha registrato, al suo primo giorno di funzionamento, transazioni per oltre diecimila dollari, coinvolgendo prevalentemente persone che non avevano mai fatto uso della tecnologia Bitcoin.
Tale fenomeno, fino ad ora in continua espansione, ha creato molte perplessità nell’opinione pubblica mondiale, ma ciò non ha di certo fermato il diffondersi della valuta virtuale, la quale ha visto, nel mese di ottobre, una crescita del 500% (in valore) in soli quaranta giorni.
Uno sviluppo e una diffusione incredibili dei Bitcoin stanno avvenendo in questo periodo in Cina, in quanto Baidu, il Google cinese, ha iniziato ad accettare la moneta in questione come mezzo di pagamento. L’inarrestabile avanzata di questo fenomeno, inoltre, non è stata fermata nemmeno dal caso Global Bond Limited, anzi, la domanda di valuta virtuale, a livello mondiale, arriverebbe prevalentemente dalla Cina.
Nonostante la sua rapida crescita e la sua struttura innovativa, però, la tecnologia Bitcoin lascia ancora parecchi dubbi. Le caratteristiche di anonimato che contraddistinguono il funzionamento della rete di scambio dei Bitcoin, infatti, li hanno spesso collegati al mercato illegale, in particolare al riciclaggio di denaro. Questa rete, pertanto, ha destato sempre maggiori preoccupazioni tra i Governi mondiali, i quali stanno cercando di intervenire con apposite leggi, al fine di regolamentare uno scambio tanto rapido quanto incontrollabile. Gli Stati, insomma, rimangono all’erta mentre, nel mondo, il fenomeno dilaga.
Molte domande, intanto, aleggiano nell’aria. Quale sarà il modo migliore per intervenire? Come si potranno gestire i picchi e le improvvise perdite di valore di questa moneta? I Bitcoin saranno mai un mezzo affidabile e sicuro di pagamento? Come reagiranno le Banche a questa, apparentemente, inarrestabile diffusione?
Giungerà davvero la rivoluzione virtuale?
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