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I sondaggi nell’era del Berlusconiano Anonimo: psicopatologia di un fenomeno attuale.

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Masia
Di Matteo Giugovaz.

L’inutilità dei sondaggi nell’era del Berlusconiano Anonimo: psicopatologia di un fenomeno attuale.

Non temo Berlusconi in sé, temo Berlusconi in me”, si potrebbe dire, citando la sempiterna massima di Alloisio. Il Cavaliere del Lavoro, il Primo Ministro, il Seduttore Nato ha esercitato un’enorme influenza sulla società italiana: invettive, barzellette, figuracce sono segni indelebili nella memoria di tutti coloro che vi hanno assistito, chi con gioia e chi con dolore.

Quello che oggi ci interessa, però, non è una sua qualità o un suo ambiguo trascorso, ma una peculiare caratteristica di molte democrazie occidentali: è la Sindrome del Berlusconiano Anonimo. Il termine, preso in prestito dai comici del Terzo Segreto di Satira, è adatto a identificare un comportamento ricorrente in molte votazioni democratiche. Prima di spiegarne il significato, è, però, utile fare poche e semplici precisazioni: la Sindrome del Berlusconiano Anonimo non denota una specifica coloritura politica, non è limitata e limitabile al contesto italiano e il suo nome è frutto e conseguenza del contesto giovanile in cui questa discussione si sviluppa. Qualsiasi studente universitario, infatti, ricorda la stagione berlusconiana, o almeno il suo ultimo periodo; l’intero ragionamento, inoltre, prende spunto da un evento fondamentale: elezioni politiche del 2013. In sintesi, se ci fosse qualcun altro a descrivere questo fenomeno, probabilmente gli darebbe un nome diverso.

Posti i necessari paletti, onde evitare di smarrirsi nella giungla della libera interpretazione, possiamo provare a delineare per sommi capi il fenomeno. La Sindrome del Berlusconiano Anonimo affligge tutte le persone prive di una precisa idea politica e di una personalità forte, le quali, quindi, si trovano in difficoltà quando si presentano votazioni di un certo peso. La Sindrome spinge il cittadino a dichiararsi, presso sondaggisti e giornalisti, indeciso o, ancora peggio, favorevole alla parte socialmente meno vituperata e più supportata dall’opinione pubblica, dal vociare comune e dai media, nonostante non abbia un’idea precisa o sia addirittura del parere opposto. In altre parole, la pressione sociale spinge molti individui a dichiarare quello che è percepito come “giusto” dal sentir comune, rispetto a quello che effettivamente pensano. La prima e più logica conseguenza della Sindrome è che falsa i sondaggi, gonfiando una parte a sfavore dell’altra. La seconda, derivata dalla prima, è che partiti, movimenti e associazioni basano strategie e attività su questi sondaggi: puoi anche essere Chris Kyle, ma se le lenti del tuo mirino sono fuori fuoco, farai difficoltà a colpire una quercia a 100 metri di distanza, figurarsi un uomo in corsa a 900. Il risultato finale della Sindrome del Berlusconiano Anonimo consiste in esiti inaspettati, che spiazzano analisti e politologi. Un buon esempio sono le citate elezioni politiche del 2013 in Italia: sondaggi che fino a pochi giorni prima vedevano il Partito Democratico avanti anni luce rispetto al Popolo della Libertà si dimostrarono totalmente inesatti, Berlusconi si gloriò per mesi di aver compiuto l’ennesimo miracolo (secondo lui) e il paese si ritrovò ancora una volta in una situazione di stallo; il ‘miracolo’, invece, l’avevano fatto i sondaggisti, fotografando una situazione distorta della realtà. Un discorso analogo può essere fatto per gli ‘sconcertanti’ risultati del referendum sulla cosiddetta Brexit e delle elezioni americane: essere a favore del leave o votare per the Donald era considerata una barbarie. Nel segreto dell’urna, però, i ‘barbari’ non hanno avuto difficoltà a dire la loro e a ribaltare il pronostico.

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Questo intero ragionamento sfocia giocoforza nel discorso sul Referendum Costituzionale tenutosi il 4 dicembre: l’alto grado di politicizzazione, l’importanza della votazione e l’enorme percentuale di indecisi potevano far dubitare dei dati forniti dai sondaggi. Eppure il ‘no’, la ragione più socialmente sostenuta da quella parte dei media che godono di maggiore audience tra gli italiani, ha riportato una vittoria storica sul ‘sì’. Com’è possibile? Forse quanto ho scritto finora è solo e soltanto fuffa? E’ possibile, ma bisogna altresì ricordare che la Sindrome del Berlusconiano Anonimo è solo una delle chiavi interpretative per un voto e che vi sono molti altri elementi che devono essere considerati per capire il risultato finale: malessere economico e sociale, antipatia (per non dire odio) verso il governo, affluenza e mille altri fattori. Non bisogna dimenticarsi, poi, del fatto che i sondaggi avevano previsto un’affluenza molto più bassa di quella che si è effettivamente registrata, il che ha contribuito ulteriormente a scombinare le carte in tavola.

Escludendo gli altri fattori, però, il concetto fondamentale che in queste quattro righe ho cercato di mettere in luce è che le cifre che quotidianamente vengono snocciolate da ambo le parti hanno il valore del due di Bastoni quando si gioca a Coppe.  Con ciò non si devono demonizzare i sondaggi, ma è necessario capire che essi altro non sono che uno strumento e, come la maggior parte degli strumenti, tutto dipende dall’uso che se ne fa. Come un bisturi può essere usato per un’operazione a cuore aperto o per pugnalare una persona, così i sondaggi possono essere sia utili fonti di informazione che mezzi di demagogia: sta tanto a chi li divulga quanto a chi se ne serve impedirne un uso distorto e parziale, per renderli veri strumenti d’informazione, democrazia e libertà.

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