di Carolina Giannessi
Lunedì 26 novembre abbiamo avuto l’occasione di partecipare alla dinner speech con Cristina Scocchia, alumna Bocconi e oggi amministratore delegato di Kiko Italia, l’azienda di cosmetici ormai famosa in tutto il mondo. Nel corso della serata ci ha raccontato le sue esperienze e come sia arrivata a ricoprire l’attuale carica. Inizia lavorando per Procter &Gamble, per passare poi nel 2013 a L’Oreal Italia, di cui è stata amministratore delegato dal 2014 al 2017, quando è stata appunto scelta dal gruppo Percassi per guidare Kiko.
Abbiamo avuto modo di porle alcune domande:
Kiko con 7.700 dipendenti, 920 negozi monomarca in 20 paesi e un canale e-Commerce presente in 30 paesi, è un’azienda leader del settore a livello nazionale ed internazionale. Cosa l’ha resa tale?
Io credo che il nostro punto di forza sia quello di essere stati la prima azienda ad aver proposto un prodotto di qualità col fascino dell’italianità ad un prezzo accessibile. Il secondo punto di forza è un’esperienza d’acquisto molto coinvolgente, perché nei nostri punti vendita comunque la musica, i video, le ragazze che offrono aiuto per fare make up o danno consiglio coinvolgono molto le ragazze, soprattutto le millenials, che sono il nostro target, e permettono di avere un’esperienza di acquisto che è gratificante al di là del singolo prodotto che poi si può acquistare o meno.
Cosa significa essere l’amministratore delegato di un’azienda come Kiko? Cosa rappresenta il settore della bellezza all’interno del mondo dell’economia?
Sicuramente il settore della cosmetica è molto importante per l’Italia, è un settore vicino al settore della moda e del design che sono i punti di forza dell’italianità. Essere amministratore delegato di un’azienda di cosmetica è come gestire altri settori, come gestire gomme o automobili, alla fine le qualità che devi avere e l’impegno che devi mettere in questa sfida è indipendente dal settore che gestisci.
Se dovesse dare un consiglio agli studenti che aspirano in futuro ad un ruolo come il suo, quale sarebbe?
Il mio consiglio è non leggere le statistiche, non cadere negli stereotipi e nei pregiudizi di quello che è un lavoro di moda o non di moda, un settore dove è più facile se sei uomo o sei donna. Alla fine, la cosa più importante è guardarsi dentro e capire quale sia il proprio sogno professionale e provarci,perché la vita è una sola e vale la pena provare a diventare la persona che si vuole essere. Quindi, non essere timidi e provare a sognare in grande, e lavorare tanto, tutti i giorni, per provare a raggiungere questo sogno; e quando lo si raggiunge, è importante guardarsi indietro e vedere se c’è qualcuno in difficoltà e provare a portarlo su, perché è importante raggiungere i propri obiettivi, ma è ancora più importante guardarsi indietro e aiutare chi ancora è in difficoltà.
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