di Marco Visentin
Sono trascorsi quasi due mesi dalle elezioni europee, chi più chi meno ci avviciniamo alla metà delle vacanze; insomma: non abbiamo più scuse, vi dobbiamo i risultati del nostro questionario di fine maggio. O, come ci piacerebbe chiamarlo, del nostro “sondaggio”.
Ne emerge un quadro per certi versi prevedibile – ricordate l’omologo precedente le elezioni politiche del 2018? –, per altri, stupefacente: la nostra Università assume i contorni di un corpo alieno al Paese che la ospita, del quale non condivide l’orientamento politico, né la visione del futuro.
MARZIANI – Non solo qui la maggioranza Cinque Stelle-Lega non è mai esistita, ma ce n’è un’altra ben consolidata: al Partito Democratico va il 41,01% dei suffragi, il 26,27% a +Europa. Due terzi dei voti, 146 su 217 partecipanti al questionario.
Seguono, con distacco, la Lega a 11,98% e Forza Italia al 7,83%. Entrambi i partiti sono al di sotto dei risultati delle elezioni politiche del 2018; la Lega, inoltre, è ridimensionata a un terzo del risultato effettivo ottenuto a queste europee.
Ultima lista a superare la soglia di sbarramento è la Sinistra, con il 5,07% dei voti. Niente da fare per Fratelli d’Italia ed Europa verde, ma soprattutto – ed è il risultato più sorprendente – per il Movimento 5 Stelle, inchiodato a un misero 1,84%.

Con questi risultati, se equamente distribuiti a livello nazionale, i democratici avrebbero ottenuto 32 eurodeputati su 73, mentre la lista di Emma Bonino 21. Una maggioranza completamente diversa non solo da quella risultata dalle urne, ma anche dall’attuale composizione dell’Europarlamento, che vede il PSE – di cui il PD è membro – intorno al 20%, e Renew Europe – il gruppo liberale, nato da ALDE e En Marche, a cui +Europa è affiliata – a risultati ancora inferiori. Il PPE, al 24% in Europa, da noi si sarebbe visto consegnare – più o meno come in realtà è accaduto – soltanto 6 seggi. La tabella seguente riporta i risultati di tutte le liste, con il corrispondente numero di eletti se tutta l’Italia fosse bocconiana.
Lista | Voti | % votanti | Eletti |
Partito Democratico – Siamo Europei | 89 | 41.01% | 32 |
+ Europa con Emma Bonino e Italia in Comune | 57 | 26.27% | 21 |
Lega | 26 | 11.98% | 10 |
Forza Italia | 17 | 7.83% | 6 |
la Sinistra | 11 | 5.07% | 4 |
Fratelli d’Italia | 8 | 3.69% | 0 |
Europa Verde | 5 | 2.30% | 0 |
Movimento 5 Stelle | 4 | 1.84% | 0 |
Non votanti | 49 | ||
TOTALE | 266 |
CONSAPEVOLI – Sembra comunque che gli elettori dei vari partiti siano consapevoli della situazione nel mondo esterno. Un elettore del PD su due si dichiara deluso, il 42% è pessimista. Meno di uno su tre è fiducioso, per non parlare degli ottimisti: solo il 12%. Simile, lievemente accentuato, lo stato d’animo dei sostenitori di +Europa: sei su dieci sono delusi, il 43% è pessimista; fiduciosi e ottimisti sono al 18 e al 10 per cento, rispettivamente.
In verità, quasi tutti i partiti hanno percentuali di delusione al di sopra del 40%, con le notevoli eccezioni di Lega, M5S ed Europa Verde, tutti tra 20 e 25 per cento. Nel caso dei due partiti di governo, possiamo ipotizzare che questa rilevazione sia legata al loro essere maggioranza di governo.
Ad ogni modo, è difficile e inutile fare ipotesi su campioni di quattro (M5S) o cinque persone (Europa Verde). Per quanto riguarda la Lega, invece, il cui campione è più nutrito, notiamo un 27% di ottimisti: ben pochi, ma quanto meno sensibilmente al di sopra dei valori riscontrati con riferimento agli altri partiti.
In quasi tutti i casi, inoltre, gli elettori si definiscono appassionati con una frequenza superiore al 40%; fa eccezione FdI, al 25.
LE PRIORITÀ – In cima alle priorità dell’Unione, la situazione economica e l’ambiente. Con una particolarità: l’urgenza della prima è condivisa dagli elettori di tutti i partiti; al contrario, l’ambiente, seppure indicato da sei persone su dieci, è una priorità solo per gli elettori del centrosinistra. Lega e Forza Italia ne riconoscono l’importanza con percentuali che oscillano tra il 23 e il 35 per cento, contro valori sempre superiori al 65 per le forze di centrosinistra.
A seguire, l’immigrazione, indicata soprattutto dagli elettori leghisti – otto su dieci – e con valori inferiori, per quanto mai veramente bassi, dai sostenitori delle altre forze politiche, anche nel centrosinistra: il 53% dei democratici e addirittura il 67% dei sostenitori di +Europa. D’altra parte, sono state proprio le forze europeiste, negli anni in cui gli arrivi di migranti in Italia si attestavano ogni anno al di sopra del centinaio di migliaia, a richiedere una regia europea in materia (si pensi al “Migration Compact” presentato dal governo Renzi).
Concludiamo la nostra “top 5” – altre proposte hanno ottenuto un’approvazione sensibilmente inferiore – con le ultime due priorità: i giovani (e la disoccupazione giovanile), tema indicato da circa un elettore su due, in modo uniforme tra i vari partiti; infine, la concorrenza e un meccanismo comune europeo di tassazione delle imprese. Anche quest’ultimo tema è segnalato in modo difforme dai vari elettorati: circa il 40% nel centrosinistra, poco più della metà nella destra.

CONCLUSIONI – Vi sarebbero molte altre considerazioni da fare – un esempio: gli astenuti, 18% dei partecipanti al sondaggio, hanno preferenze affini a quelle degli elettori del centrosinistra. Tuttavia, i dati elencati sembrano sufficienti a evidenziare almeno alcune tendenze:
- l’orientamento elettorale dei bocconiani differisce sensibilmente dal dato nazionale a favore del liberalismo e in generale del centrosinistra
- non viviamo in una bolla: lo stato d’animo indicato dai partecipanti al sondaggio indica che sono mediamente consapevoli dei risultati effettivi del proprio schieramento
- l’importanza dell’ambiente, tema non percepito con altrettanta forza a livello nazionale, e della condizione dei giovani; il futuro è una priorità molto più qui che altrove.
Editorial Director from January 2020 to January 2021, now Deputy Director. Interested in European integration and public policy.