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Art & Entertainment

Per ora noi la chiameremo felicità

Reading time: 2 minutes

Le luci della centrale elettrica, una sola chitarra e una sola voce: Vasco Brondi, classe 1984, cantautore degli anni zero. Linguaggio immaginifico, brani brevi e secchi, grinta e spigoloso lirismo. Ha 26 anni Vasco Brondi, un artista che raccoglie consensi e ispira sentimenti contrastanti, che in poco più di due anni ha spiegato ad una generazione di menti assopite e bocche afone che quando hai qualcosa da dire basta dirla, senza scorciatoie, senza fronzoli. Ché la verità non è bella e che non ha bisogno di esserlo. Esordisce nel 2007 con “ Canzoni da spiaggia deturpate”, ritorna oggi più cinico che mai con “ Per ora la chiameremo felicità”, dettagliato reportage di un viaggio in un’umanità devastata dalla crisi, che non è solo quella finanziaria, è crisi di idee e sentimenti, dove la disperazione si trasforma in felicità e viceversa.

Le sue storie, poesia in melodia, raccontano una provincia malata, scenari tossici e deturpati. Canta di cieli grigi, di tramonti tra le antenne, di cravatte blu e morti bianche, dei sindacati e del deserto di Mirafiori, delle guerre nel mondo e della guerra di tutti i giorni, per sopravvivere. Brondi mastica e sputa un dolore insanabile.

Poco importano le melodie minimaliste, poco importa la sua voce mono-tono e poco importa se sembra tutto sempre troppo uguale, quasi autoreferenziale. Parla alle viscere, risveglia dall’ intorpidimento. Fluire continuo di immagini, generatore di emozioni e sensazioni quasi pre – verbali, costanti della nostra quotidianità. Il suo è un mondo immaginario, apocalittico, opprimente, sporco e ingiusto, che ci fagociterà tutti, delusi e sconfitti.Ma avremo forse ancora il tempo per illuderci, per  scavare nella terra alla ricerca di fiori nascosti, per scrivere lettere d’amore al computer, per amare qualcuno o qualcosa ai tempi dei licenziamenti dei metalmeccanici.

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Ora che gli anni zero sono finiti e noi siamo pronti solo a futuri inverosimili.

Giulia Cagnazzo

Giulia.cagnazzo@studbocconi.it



One comment
  1. Fiammetta

    Bellissimo articolo, ho aspettato tanto per leggerlo ma come nel film di Verdone..ne e’ valsa davvero la pena!

    Viene voglia di sentirle tutte quelle canzoni che poi sono storie di vita reale, di vita vissuta.
    Viene voglia di vivere a leggerti anche se quel di cui parli e’ ciniscmo, illusione e disilluione.

    Bellissimo.

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