di Andrea Premoli.
Alzi la mano chi non ha mai giocato a un gioco di Pokemon nella propria infanzia. Se facessimo questo sondaggio in una qualsiasi aula di una qualsiasi università o liceo, probabilmente le mani alzate non supererebbero il 10% del totale. Solo a ricordare i primi videogiochi della serie, ad ogni appassionato scende una lacrimuccia: Ah bei tempi quelli in cui bisognava preoccuparsi di scegliere attentamente il proprio starter (invece della destinazione dell’exchange)! E che gioia immensa, nei nostri cuori di bambini spensierati, quando uno dei nostri mostriciattoli si evolveva!
Alla The Pokemon Company, branca della Nintendo a cui è stato assegnato lo sviluppo della serie, devono aver pensato: “Se i nostri Pokemon si evolvono, perché non dovremmo evolverci noi?!” Infatti, dopo vent’anni passati a programmare giochi per clienti dai tre anni in su, pare che l’azienda nipponica sia intenzionata puntare nuovamente sui propri customers più grandi: qualche giorno fa è apparso il trailer dell’ultimo capolavoro made in Japan, che dovrebbe vedere la luce nel 2016 sotto il nome di Pokemon Go. La novità? Pokemon Go è stato progettato come applicazione gratuita (con acquisti in-app n.d.r) per Android e IOS; dispositivi che difficilmente si trovano tra le mani dei giovanissimi utenti di Nintendo.
Un cambiamento drastico, dato che la strada sembra essere quella di un parziale abbandono delle vecchie piattaforme di gioco Game Boy, prodotte dalla stessa Nintendo in favore dell’utilizzo di hardware di terze parti. Tuttavia in questo modo, l’azienda non solo risparmierà sui costi di produzione delle console, ma (soprattutto) attirerà nuovi clienti grazie all’economicità dell’applicazione: una spesa di 20€ o 30€ non sarà mai paragonabile agli oltre 200€ di spesa comprensivi di console e cartuccia di gioco. Insomma, l’abile mossa di mercato potrebbe far crescere ulteriormente il fatturato di un’azienda che già nel 1999, quando i Pokemon iniziavano a diventare popolari, registrava un giro d’affari di oltre 5 miliardi di euro (meno di quanto stimato da Electonic Arts per il 2016, per intenderci).
Che sia solo una trovata per i più nostalgici? Tutt’altro: Il colosso dei videogiochi sembra fare sul serio, tant’è vero che lo sviluppo dell’applicazione è stato realizzato con l’aiuto di Niantic, una start up di Google fondata da John Hanke, tra i creatori di Google Earth. Niantic è nota per aver creato Ingress, un gioco per smartphone che conta 12 milioni di download in tutto il mondo grazie allo sfruttamento dellacosiddetta realtà aumentata e all’utilizzo della tecnologia GPS per alimentare una storia di fantascienza. Il progetto è ambizioso, l’aspettativa tanta: gli appassionati di tutto il mondo sperano che questo esperimento possa dare nuova vita ai mostriciattoli più amati di sempre. Se così sarà, assisteremo presto al prepotente ritorno di Nintendo nell’élite del videogaming.
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