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Arts & Culture

Musei contro l’inverno dello spirito

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Ricordare, imparare, democratizzare

Agorà del sapere e della bellezza 

In un momento storico in cui surrealtà, incertezza e contraddizione dipingono l’attuale quadro politico-culturale, il ruolo dei musei, in quanto agorà del sapere e della bellezza del nostro secolo, è di imprescindibile importanza perché, come delle ancore in un mare in tempesta, possono ancora salvare il mondo dall’inverno dello spirito, che non teme nulla e incombe su tutti noi. 

In moltissime regioni e città, i musei sono diventati sempre più rilevanti per la comunità e la cittadinanza, grazie alle loro esposizioni che spaziano da mostre che affrontano questioni sociali a mostre che fungono da laboratori per vivere e percepire il futuro in anticipo: così, umilmente e democraticamente, i musei hanno il potere di rappresentare e influenzare la società contemporanea. 

Anche se per alcuni ancora potrebbe sembrare che gallerie d’arte, mostre e musei siano meramente degli archivi di vecchi oggetti dimenticati o degli espositori di opere astratte incomprensibili, per tanti altri non è così. Lo dimostrano i dati dell’Istat secondo i quali dal 2006 al 2019 c’è stata una crescita del +33,6% del pubblico museale in Italia, che ha subito un crollo nel 2020 a causa della pandemia, ma che sta riscontrando una veloce ripresa proprio durante quest’anno solare. Quindi visitare i musei nelle città risulta importante, non solo da un punto di vista economico che può interessare per lo più finanziatori e policymaker, ma soprattutto da un punto di vista sociale, generazionale e culturale: i musei rievocano il passato, educano le generazioni future e democratizzano l’arte e la cultura. 

Per imparare dal passato 

In primo luogo, i musei e le gallerie offrono uno spaccato della storia dell’umanità e seppur si potrebbe pensare che nessun museo possa pretendere di fornire un quadro completo, le lezioni che si possono imparare da eventi passati, meraviglie e tragedie non hanno prezzo: scoprire l’armoniosa cultura e la produzione artistica vivace e colorata delle popolazioni andine, tra cui spicca la grande civiltà Inca, alla mostra “Gli ori del Perù” al MUDEC di Milano; non dimenticare le atrocità del passato e le barbarie fasciste del XX secolo che videro nella Shoah il segno del massimo degrado dell’umanità, creando occasioni di dialogo e di riflessione al Museo Memoriale della Shoah di Milano presso la zona sottostante il piano dei binari della Stazione Centrale di Milano, dove furono caricati su carri bestiame migliaia di ebrei e oppositori politici in direzione Auschwitz-Birkenau, Mauthausen e altri campi di sterminio e di concentramento. 

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Ancora oggi è impossibile ignorare le crescenti tensioni tra nazioni, tra religioni, tra partiti politici e tra diversi gruppi etnici e culturali: invece di provare a trovare una soluzione comune condivisa, sembra che le questioni di classe, razza, genere e ambientalismo stiano diventando sempre più erroneamente polarizzate. 

Per aiutare la società tutta a ristabilire questo terreno comune e a imparare a costruire insieme ponti (e musei), piuttosto che generare divisioni, molti credono che i musei abbiano un ruolo fondamentale da svolgere nell’offrirci una prospettiva, una direzione, contemplando la bellezza che è il più difficile esercizio intellettuale da compiere in questo lungo periodo di crisi, o semplicemente sostenendo errori del passato come prova di come quei comportamenti ci potrebbero condurre a scelte sbagliate ancora una volta. Per questo, di fronte all’odio e all’ignoranza, i musei diventano importanti vetrine di democrazia che dimostrano che la conoscenza e la comprensione sono spesso la soluzione migliore per affrontare serenamente il presente e il futuro. 

Per le generazioni future 

Pensando al futuro, i musei, ma anche le altre tantissime istituzioni culturali presenti in Italia e in tutto il mondo, avranno sempre di più un ruolo centrale nell’educazione delle generazioni future: tramandare la conoscenza non solo all’interno delle aule scolastiche, ma anche all’interno di ambienti museali nei quali i più piccoli possano approcciarsi alla storia, all’arte e alla cultura in modo accessibile, coinvolgente, pratico e creativo per facilitarne la comprensione e stimolarne l’interesse. 

La Solomon R. Guggenheim Foundation, che è una delle istituzioni artistiche-culturali più importanti al mondo, ha promosso moltissimi progetti artistici-educativi che hanno l’obiettivo di coltivare creatività, pensiero critico e curiosità nei confronti dell’arte. Il “Learning Through Art Project” ha cercato di avvicinare e appassionare all’arte migliaia di studenti delle scuole elementari newyorchesi grazie all’annuale “A Year with Children Exhibition”, mostra del Guggenheim Museum di New York City che ha esposto i lavori più belli e innovativi creati dagli studenti partecipanti al progetto. I “Kids Day” sono un’iniziativa della collezione Peggy Guggenheim di Venezia che offre a tutti i bambini dai 4 ai 10 anni laboratori museali gratuiti tutte le domeniche pomeriggio: in un primo momento i piccoli visitatori potranno osservare da vicino le opere protagoniste del workshop, per poi rielaborare con il gioco e il disegno le suggestioni estetiche ricevute durante la prima fase di visita e sviluppare le proprie capacità creative e manuali, sperimentando tecniche e tematiche sempre diverse. 

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Inoltre, negli ultimi anni c’è stato un trend positivo di mostre educative e interattive rivolte prevalentemente ai bambini, come la mostra-gioco “Natura” al MUBA di Milano. Attraverso istallazioni divertenti e colorate, questo esperimento didattico-creativo si pone l’obiettivo di rendere i bambini partecipi e consapevoli dei concetti fondamentali dell’arte: lo spazio, la luce e il colore. 

In parallelo sono aumentate anche le mostre, non esclusivamente riservate ai bambini, nelle quali sono presenti alla fine del percorso espositivo alcuni laboratori didattici che hanno il proposito di sprigionare la libertà creativa dei più piccoli (e non solo) ispirati dopo la visita della mostra; un esempio ben riuscito è la mostra “Matisse: The Red Studio” al MoMA di New York City alla fine della quale è presente un laboratorio di disegno creativo che, oltre a eliminare i confini tra l’artista e il pubblico, offre l’opportunità di avvicinare gli spettatori di tutte le età alle più grandi opere del pittore francese in modo irrazionale e divertente. 

Per democratizzare l’arte e la cultura 

L’idea hegeliana della morte dell’arte non è il giusto approccio per comprendere e apprezzare la situazione contemporanea, che invece è caratterizzata da un nuovo rapporto fra arte e società che comunicano tra loro e questo comporta sicuramente dei rischi, ma anche molte opportunità. 

Dopo il periodo delle due grandi Guerre Mondiali, si è assistito a una forte democratizzazione dell’arte e della cultura, quindi delle mostre e dei musei in tutto il mondo: l’arte ha iniziato ad appartenere a tutti e non più solo alla Chiesa e all’alta borghesia che avevano il privilegio raro di commissionare opere e di visitare le grandi esposizioni d’arte come l’annuale Salon d’Automne parigino, in cui si radunavano i gotha dell’arte. Ora, invece, tutti noi possiamo vivere e fare arte: graffiti e murales, fotografie e istantanee, NFT e le più recenti opere d’arte generate dalle nuove intelligenze artificiali. Grazie a questa evoluzione il concetto di museo si è espanso e si è allargato: ora musei sono anche i muri delle città, i rullini delle macchine fotografiche, la galleria di foto sul telefono e anche i portafogli d’arte digitale. 

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Questo comunque non va a diminuire l’importanza dei musei veri e propri per definizione perché, in quanto istituzioni nate nel tempo per il tempo, possono ridare vita alla storia e all’arte in modo pubblico, puro e oggettivo, così da illuminare costantemente sia il nostro presente che il nostro futuro con una luce che può essere difficile da trovare altrove.  In relazione contigua col tempo, i musei, come in una staffetta, sono i testimoni necessari per il passaggio tra ciò che era, ciò che è e ciò che sarà: istituzioni vitali per ricordare arte, storia e democrazia del passato, del presente e del futuro. 

Contro l’inverno dello spirito, visitare i musei diventa un atto di fiducia nel tempo e nell’umano, una passione che si oppone alla violenza e alla paura, un modo di resistere ed esistere emotivamente e intellettualmente. È un modo di sperare. 

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Law student. Easily fascinated by faces & places and their own unique stories. A very passionate person who still believes in love, emotions & destiny. Keen on Contemporary Arts and cultural phenomena that shape our everyday life.

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