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L'angolo del penalista

L’Evoluzione della Lotta alla Corruzione Internazionale

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La corruzione è una piaga che affligge, seppur con diversa intensità, tutti i Paesi del mondo. Nel 2021 l’Italia è stata classificata al 42° posto del Corruption Perception Index, confermando il trend positivo dell’ultimo decennio. Tuttavia, è evidente che ci sia ancora molto da fare, soprattutto a livello internazionale. Questo articolo si propone di analizzare in prospettiva diacronica l’evoluzione della normativa riguardante la corruzione internazionale, con particolare attenzione al Foreign Corrupt Pratice Act statunitense.

La nascita del Foreign Corrupt Practice Act

È il 15 giugno del 1978 quando il Presidente della Repubblica Giovanni Leone lascia il Quirinale rassegnando le dimissioni, per la prima volta nella storia repubblicana. Il Capo dello Stato era infatti stato travolto dallo scandalo Lockheed, riguardante l’acquisto, da parte dell’Aeronautica Militare, di aerei Hercules C-130 di proprietà dell’azienda statunitense. Sebbene la figura di Leone sia poi stata riabilitata ed egli sia stato dichiarato estraneo all’accordo corruttivo, è innegabile come il caso Lockheed abbia scosso enormemente l’opinione pubblica mondiale, con risvolti di straordinaria gravità in Italia, Olanda, Germania, Giappone e non solo.

Il caso Lockheed si inseriva in un contesto di corruzione molto diffusa tra le aziende statunitensi. Nel report della House of Representatives del 28 settembre 1977 si leggeva come più di 400 aziende (117 di queste nella Top 500 di Fortune) avessero ammesso di aver compiuto pagamenti dubbi o illegali, per un totale di 300 milioni di dollari finiti nelle tasche di politici, partiti e funzionari di governo stranieri. Tutto ciò avveniva con grave danno alla concorrenza e agli obiettivi di politica estera statunitensi.

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Il Congresso decise allora di emanare il Foreign Corrupt Practice Act, con l’intento di proibire alle aziende di offrire o dare qualsivoglia cosa di valore, con intento corruttivo, ad un funzionario estero, con lo scopo di influenzare una sua decisione al fine di ottenere o mantenere un affare.

Peculiarità del FCPA

Di particolare rilevanza è l’estensione della giurisdizione della norma: essa si applica non solo alle persone fisiche e giuridiche residenti negli Stati Uniti e agli emittenti di titoli nei mercati americani, ma anche a persone fisiche o giuridiche non statunitensi, qualora esse agiscano sul territorio americano o utilizzino qualsiasi mezzo di commercio interstatale per gli atti corruttivi.

L’FCPA non si limita a punire l’offerta o la dazione di denaro, ma si estende all’ “anything of value”. Nel 2016, ad esempio, JP Morgan Chase & Co. fu punita con una maxi-multa da 264 milioni di dollari per aver corrotto funzionari nella regione dell’Asia-Pacifico attraverso un programma di assunzione di amici e parenti dei funzionari, come stagisti o lavoratori a tempo pieno.

Il sistema del FCPA favorisce la collaborazione delle aziende, premiando l’istituzione di sistemi di compliance e self disclosure.  Nel recentissimo discorso del 15 settembre 2022 tenuto presso l’NYU, la Deputy Attorney General Lisa O. Monaco ha confermato come “Absent aggravating factors, the Department will not seek a guilty plea when a company has voluntarily self-disclosed, cooperated, and remediated misconduct”.

Risvolti sul piano internazionale

Dopo l’emanazione del FCPA, molte aziende americane avevano criticato aspramente la norma, sostenendo che questa le svantaggiasse sul piano internazionale, poiché non tutte le nazioni erano dotate di leggi contro la corruzione di funzionari esteri, ed anzi in alcune di essere era addirittura possibile inserire tali pagamenti come regolari voci negative di bilancio. Sarà anche questo a spronare gli Stati Uniti a fare da capofila per l’adozione della Convenzione dell’OCSE del 17 dicembre 1997 sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali.

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Essa ha imposto agli Stati aderenti di considerare reato per le persone fisiche e giuridiche la corruzione di funzionari stranieri. Di particolare importanza è anche l’art. 9 della Convenzione, che prevede la reciproca assistenza degli Stati aderenti. Spesso, infatti, a perpetrare questi crimini sono multinazionali la cui diffusione su scala globale pregiudicherebbe un’investigazione efficace. Ad esempio, grazie alla cooperazione del DOJ statunitense, del SFO britannico e del PNF francese, nel 2020 è stato possibile scardinare il sistema corruttivo della multinazionale Airbus, la quale ha dovuto versare un totale di 3.9 miliardi di dollari di multa.

La normativa italiana

L’Italia ha dato esecuzione alla Convenzione introducendo l’art. 322-bis, che punisce il peculato, la concussione, la corruzione e l’istigazione alla corruzione di membri delle Corti internazionali o degli organi delle Comunità europee o di assemblee parlamentari internazionali o di organizzazioni internazionali e di funzionari delle Comunità europee e di Stati esteri.

Il più rilevante caso di corruzione internazionale entrato nelle corti italiane è sicuramente il processo subito da Eni S.p.A. e i suoi manager per l’operazione relativa alla OPL 245 in Nigeria, conclusosi il 19 luglio 2022 con la rinuncia da parte del Procuratore Generale di Milano Celestina Gravina all’impugnazione della sentenza di assoluzione in primo grado.

Prospettive future

Certamente sono stati fatti grandi passi avanti per contrastare la corruzione internazionale, tuttavia la strada da percorrere è ancora lunga e tortuosa. Spesso, ad esempio, i cd. blocking statutes impediscono agli investigatori di reperire informazioni cruciali sulla condotta di un ente, e le procedure da questi previste, per lungaggine e complessità, spesso rischiano di compromettere l’efficacia e la prontezza delle indagini. La via da perseguire è dunque quella di una maggiore cooperazione tra Stati e, ove possibile, la creazione di task force internazionali per la lotta a questo grave crimine.

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Autore: Luca Francesco Giacobbe

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Associazione studentesca bocconiana. Abbiamo lo scopo di promuovere attività di approfondimento e studio del diritto penale.

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