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L’ingrediente segreto

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Per la nostra centesima edizione, la Direttrice Editoriale si interroga insieme ai suoi predecessori sull’”ingrediente segreto” che ha accompagnato Tra i Leoni in venticinque anni di “delitti giornalistici”.

Circa un mese fa ho ricevuto una telefonata speciale. Un rappresentante degli studenti di una grande università italiana mi ha chiesto dei consigli per avviare il suo progetto del giornale degli studenti, più volte cominciato e abbandonato dai suoi predecessori. “È curioso – mi ha detto – come, a livello nazionale, Tra i Leoni sia l’unico esempio riuscito di una testata giornalistica studentesca. Qual è l’ingrediente segreto?”.

L’ho chiesto agli ex direttori. Cosa è stato per te Tra i Leoni?

Marco Visentin: Sono entrato in Tra i Leoni nel 2018. All’epoca, eravamo una piccola associazione con una storia significativa alle spalle e di fronte la sfida di trovare il nostro posto in un ambiente universitario dinamico e sempre più internazionale. Quattro anni dopo, l’entusiasmo della ventina di membri di allora si è esteso a quasi cinquanta persone, con storie diverse e origini dai quattro angoli del globo.

Sono stato direttore editoriale nel 2020: durante l’isolamento, TiL fu un progetto in cui riversare energie altrimenti confinate tra le mura di casa e una comunità di amici uniti da una passione comune. Fu allora che avviammo l’allargamento della squadra e dell’offerta editoriale, con l’ambizione di diventare un punto di riferimento affidabile e stimolante per la comunità studentesca.

Guardando TiL oggi, rivedo l’entusiasmo dei primi giorni, di un gruppo di amici per cui il giornalismo studentesco è passione, ma anche svago e divertimento. Vedo studenti con storie e interessi diversi capaci di fare squadra e innovare. Per quanto resti molta strada da fare, credo che Tra i Leoni, giunto a questo centesimo numero, possa guardare al futuro con grande ottimismo.

Francesca Sofia Cocco: Nel corso della mia esperienza in Tra i Leoni, ho vissuto un’enorme evoluzione: da un’attenzione all’Italia all’internazionalità che oggi caratterizza la testata, dal nostro amato cartaceo alla versione online, dall’individualismo di scrivere ciò che si ha per la testa ai progetti di gruppo… Per di più, in questi anni ho sentito a pieno il passaggio generazionale: dai Millennials alla generazione Z.

D’altronde, da ben 25 anni, Tra i Leoni si fa partecipe di un mondo che cambia, rimanendo sempre e comunque fedele punto di riferimento per la comunità bocconiana, per dare voce a cause importanti per gli studenti o semplicemente per incentivare la nostra curiosità.  

Il mio augurio è che Tra i Leoni rimanga così anche negli anni a venire: bacino di idee ed emozioni, giornale libero, rifugio quotidiano dei bocconiani, (quasi) quanto la biblio durante la sessione.

Con la centesima edizione che ho il piacere e l’onore di introdurre, Tra i Leoni compie infatti venticinque anni di “delitti giornalistici”: Chiara li racconta in La Storia di Tra i Leoni. Sfogliando le vecchie issue in archivio, mi sono a lungo interrogata sull’ingrediente segreto. Credo appartenga alla categoria delle cose piccole e preziose, di cui comprendiamo l’importanza solo quando stiamo per perderle.

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Tra quello per cui la Bocconi si distingue in Italia, il tessuto di associazioni studentesche è il riflesso del suo clima motivante e competitivo (a volte “un po’ too much”). Ve le abbiamo presentate a settembre, durante la settimana di Associazioni in Mostra. Abbiamo rischiato di perdere la testa: sono più di duecento, e sono il risultato della convergenza in un campo fertile di idee già scintillanti di realizzazione.

L’amplificatore è la vita universitaria. Siamo tanti, ma non troppi. In classe, rispetto agli altri Atenei, decisamente pochi. Viviamo le aule nel quotidiano. Tradotto: attendance. Soprattutto adesso, senza mascherine (per due anni si riconoscevano solo i Cleacchini), senza lezioni online (che se te ne perdi una, e se è proprio di Statistica, buona fortuna). Siamo – con la gaussiana – studiosi, ma siamo anche Italiani. O “International, but Bocconiani”: il Dahlia con la sua riserva infinita di patatine, la mensa dei poveri anche se adesso è overpriced (abbiamo intervistato Alex che non l’ha presa bene), la fila col cornetto in mano per i posti in biblioteca durante la sessione, il Tom del lunedì sera, il Tom del lunedì sera e la lezione alle otto e mezza del martedì mattina. C’è una speciale ritualità che infonde il nostro essere studenti di un significato condiviso. Questo ci rende misteriosamente vicini. Quasi amici, direbbero al Clef.

Il rischio che oggi la nostra Università corre è che questo valore si perda. Oggi le associazioni faticano a guadagnare visibilità e attrarre nuovi studenti. Mentre la vita studentesca che le alimenta scorre a velocità pre-Covid, le decine di pagine di linee guida che disciplinano le nostre iniziative sono rimaste al duemilaventuno. Riassunto: go online.

In Tra i Leoni lo abbiamo fatto. Per fortuna, qualcuno ci legge ancora. Abbiamo, tuttavia, un’incontenibile nostalgia degli eventi con le persone vere. Liste innumerevoli di potenziali invitati, fascicoli di idee in attesa di approvazione, mail in bozza pronte per l’invio. Per non parlare del profumo delle vecchie issue su carta. Ci andrebbe bene anche quella riciclata. Noi aspettiamo. Intanto, sogniamo in grande, ci motiviamo a suon di aperitivi, veneriamo Gali Leo, continuiamo a raccontarvi e a raccontarci.

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Editorial Director

Born in 2000, she started talking and rebelling very early and never stopped. Currently an ACME student, in the free time she enjoys writing, philosophising and listening to techno.

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