L’aspirazione di ogni corso universitario dovrebbe essere quella di elevarsi oltre le contingenze di un semestre e dare allo studente nuove chiavi di interpretazione della realtà con cui si confronta nel quotidiano. A maggior ragione, se il corso in questione ha come suo obiettivo ultimo quello di impartire le regole che stanno alla base di ogni comunità democratica e che permettono ad ognuno di affermare le proprie idee nel rispetto di quelle altrui. “È necessario aprire la cultura. La Costituzione non deve essere solo per pochi eletti ma deve essere di tutti; soprattutto i giovani devono coltivarla e farla crescere”, così afferma Lorenzo Cuocolo, associato di diritto costituzionale presso la Bocconi e fondatore de “Il Ricostituente”, un blog che raccoglie contributi da parte di un gruppo di studiosi della Carta Costituzionale.
Il progetto nasce nel maggio 2010, “in un periodo di sofferenza della Costituzione e della Repubblica”, Cuocolo ricorda. In origine, l’idea era di fornire agli studenti uno strumento integrativo che permettesse loro di andare oltre le nozioni istituzionali apprese in aula e calarle nella realtà politica e costituzionale. Il destinatario primo de “Il Ricostituente” è quindi lo studente, che non può pensare che l’esame di diritto costituzionale sia la fine del suo rapporto con la Carta, ma che invece deve essere consapevole che tale rapporto è appena iniziato. Uno dei punti di forza del progetto è la veste telematica, che lo rende immediatamente fruibile a un pubblico costituito per lo più da studenti universitari. Vincente è stata l’idea di creare anche una pagina Facebook, cosicché lo studente possa accorgersi di ogni nuovo contributo, in modo da leggerlo ed eventualmente condividerlo sulla propria bacheca.
Proprio nell’ottica di una Costituzione viva e quotidiana, gli articoli non hanno né un taglio accademico né troppo semplicistico, nel senso che analizzano con occhio esperto questioni di politica costituzionale che sui maggiori quotidiani vengono per orza di cose affrontate con piglio divulgativo. È proprio questa la peculiarità de “Il Ricostituente”: un anello di congiunzione tra il mondo dei professori e quello di coloro che si approcciano alla Costituzione da profani. Si vuole inoltre cercare di “evitare ammiccamenti a qualsiasi convenienza politica, restando sempre dalla parte della Costituzione”, precisa Cuocolo. L’idea si è dimostrata un successo, visti i molti contatti e le numerose condivisioni degli articoli su Facebook: gli studenti hanno dimostrato di apprezzare ’iniziativa, dandogli linfa e sostanza. Il successo ha spinto il professore ad ampliare i confini de “Il Ricostituente” oltre la nostra Università. Per questo, mentre all’inizio i contributi provenivano tendenzialmente da coloro che gravitano attorno al corso di diritto costituzionale della Bocconi, il progetto si è negli ultimi mesi aperto anche a docenti di altre realtà universitarie e, conseguentemente, i loro studenti. È anche questa, a nostro parere, una politica editoriale in linea con l’anima della Costituzione: pluralità di idee significa arricchirsi vicendevolmente.
Come nasce il progetto de “Il Ricostituente”?
L’idea nasce nell’estate 2010, in un periodo di sofferenza della Costituzione e della Repubblica. Insieme ad altri docenti e ricercatori del corso di Diritto Costituzionale della Bocconi mi sono reso conto che non era facile, considerando i tempi necessariamente contingentati dei corsi universitari, fornire ai nostri studenti, oltre ad una formazione accademica classica, anche riflessioni legate a quello che accadeva nella realtà politica e costituzionale italiana. Da qui l’idea di dare ai nostri studenti, primi destinatari del progetto, uno strumento integrativo che permettesse loro di comprendere cosa stesse effettivamente accadendo in Italia; ci è sembrato che il modo migliore di fare ciò fosse aprire un blog.
Qual è stata poi l’evoluzione del progetto?
Essendo un’iniziativa nata per i nostri studenti i primi animatori del progetto erano le persone che gravitano attorno al corso di Diritto Costituzionale della Bocconi. Ci siamo poi resi conto che lo strumento del blog permetteva di deterritorializzare l’iniziativa e che era quindi opportuno dare spazio e voce anche ad altri giovani studiosi di valore provenienti dalle università di tutta Italia. Noi non abbiamo voluto, e questa è stata una scelta molto forte, creare una rivista giuridica o qualcosa del genere. Abbiamo creato una rivista informale e destrutturata, non c’è un comitato scientifico, né alcuna particolare formalità o rapporto di appartenenza. Abbiamo aperto le porte del blog a molti studiosi, giovani e meno giovani, fra cui anche professori di assoluta fama: ormai si è creata una bella e nutrita comunità.
Ricostituente, ricostituire, vuol dire proteggere e custodire la Costituzione come è oggi dandone una lettura spiegata e interpretata o è anche un’apertura a modifiche della Carta Costituzionale?
In un certo sento il nome è ambivalente, in quanto nasconde in sé entrambe le idee. Da un lato infatti esprime la necessità di dare nuova dinamica al Diritto Costituzionale: bisogna aprire le menti, aprire la cultura, la Costituzione non deve essere solo per pochi eletti ma di tutti, soprattutto dei giovani, che devono occuparsene, accudirla, curarla, coltivarla e farla crescere. Dall’altro lato veicola comunque la volontà di ridare un’interpretazione accettabile alla Costituzione, senza mai sottrarsi ad eventuali discussioni su proposte di modifica e di riforma che possano migliorare l’assetto attuale.
Nel marzo 2011 avete fatto una pubblicazione cartacea (“Il libro de Il Ricostituente 2011. Cronache della Costituzione Vivente” a cura di Lorenzo Cuocolo, Egea). Avete intenzione di farne un’altra? Al di là di ciò, quasi sono gli altri progetti futuri?
Quella della pubblicazione è stata una sfida molto affascinante non prevista all’inizio. Per quanto ormai siano importanti gli strumenti informatici, mettere nero su bianco, dare una casa fisica come può essere un libro alle nostre idee e parole è stato un bel traguardo. Non so se faremo altre pubblicazioni cartacee, a me piaceva l’idea di avere un tangibile traguardo cartaceo, ma mi rendo conto che la fruibilità del blog è il nostro grande valore aggiunto. Per quanto riguarda i progetti futuri, sono un po’ impreparato; e questo un po’ mi spaventa. Mi verrebbe da dire che tutti gli obiettivi sono stati ampiamente raggiunti. Inizialmente volevamo semplicemente dare ai nostri centocinquanta studenti uno strumento integrativo, una sorta di learning space. Attualmente collaborano con noi molti professori, abbiamo una pagina Facebook che ha superato i mille contatti, abbiamo ottenuto riconoscimenti sia da costituzionalisti di fama che dai più importanti giornali nazionali: abbiamo raggiunto obiettivi molto superiori a quelli che ci eravamo preposti all’inizio. Forse, la vera sfida che abbiamo davanti oggi, a quasi due anni dalla nascita del progetto, è la costanza: continuare a dare un servizio di qualità, mantenere l’entusiasmo, dare sempre contributi che siano qualcosa in più dell’articolo sul giornale e qualcosa in meno rispetto al libro scientifico.
Lei ha detto in alcune interviste di considerare il progetto de “Il Ricostituente” una sorta di servizio civile. Cosa intende esattamente con questa espressione?
Voglio dire che secondo me chi ha delle competenze deve metterle a disposizione della collettività. Io ho studiato per anni il Diritto Costituzionale e posso cercare di dare un contributo a chi ha studiato altro o a chi non ha studiato alcunché. Quello de “Il Ricostituente” è un grande impegno: da una parte dobbiamo scrivere velocemente in modo da non distaccarci dall’attualità; al contempo, per quanto i contributi possano sembrare disinvolti, nascondono dietro di sé una grande attività di ricerca e studio. Da tutto ciò noi non traiamo alcuna retribuzione o utile di altro tipo, lo facciamo esclusivamente per mettere delle idee e dei saperi a disposizione della collettività.
Un’altra idea che sembra stare alla base de “Il Ricostituente” è quella di essere una voce imparziale, che ha come suo unico compito quello di stare sempre dalla parte della Costituzione, senza ammiccamenti politici di alcun tipo.
Sì, quello è il punto di partenza: tutte le contese tra destra, sinistra, centro e qualsiasi altra forza devono svolgersi all’interno della Costituzione, che fissa le regole del gioco. Si possono avere idee varie e politiche diverse, l’importante è che queste dinamiche si muovano all’interno della Costituzione. Ad esempio, negli ultimi mesi è parlato tanto delle manifestazioni no-TAV (qui l’articolo del professor Cuocolo su “Il Ricostituente” al riguardo: http://www.ilricostituente.it/2012/02/29/29-02-2012-no-tav-no-grazie/).
Ognuno ha le sue idee, anche molto forti; ma è doveroso che esse siano argomentate e canalizzate all’interno delle procedure previste dalla Costituzione. Bisogna avere il coraggio di prendere posizioni durissime contro chi manifesta violentemente il proprio pensiero o contro partiti che insultano il Presidente della Repubblica o giustificano posizioni di violenza. Il rispetto del prossimo, sia esso titolare di una carica pubblica o cittadino, è sostanzialmente un sinonimo dello stare dalla parte della Costituzione. La Carta Costituzionale è appunto uno strumento finalizzato a garantire la convivenza pacifica, che nella storia italiana è stata minacciata da guerre, dittature, terrorismo e altro. Il nostro compito è far sì che tale convivenza pacifica si realizzi in concreto, condannando eventuali minacce ai principi costituzionali senza alcuna incertezza o ammiccamenti a convenienze politiche. Dovrebbero essere parole banali, ma l’attualità ci mostra che non lo sono, e per questo non dobbiamo mai stancarci di ripeterle.
Giovanni Gaudio
Rosaria Giambersio
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