L’Agenzia nazionale italiana del turismo – che porta il nome del suo predecessore: ENIT dell’Ente Nazionale italiano per il turismo – è un ente pubblico economico che opera nella promozione dell’offerta turistica dell’Italia, nel suo report “Turismo in cifre” relativo al 2018 ha quantificato il contributo totale del turismo sull’economia nel 13,2% del PIL, per un importo di più di 230 miliardi di euro.
Il turismo straniero rappresenta, nel nostro Paese, il 50,5% dei movimenti turistici totali e la loro spesa è imponente, nel 2018 secondo i dati di UNWTO è stata di 41,7 miliardi, in crescita l’anno seguente.
L’Italia non manca di nulla, nel nostro territorio è possibile soddisfare qualsiasi tipo di interesse: il turismo si divide tra artistico-culturale grazie al patrimonio culturale più ampio del mondo con ben 68 voci presenti nell’elenco UNESCO, balneare con oltre 8000 km di rive (isole comprese) e lacustre, montano – basti pensare alle splendide Dolomiti – religioso e naturalistico grazie alla presenza sul territorio di numerose aree protette, riserve faunistiche e parchi nonché enogastronomico: secondo la Coldiretti, nel 2018 la spesa enogastronomica da parte dei soli turisti stranieri ammontava a 9,23 miliardi di euro.
Quando le restrizioni dovute alla pandemia di Covid-19 saranno allentate e l’estate sarà alle porte, quale sorte toccherà all’imponente e oliata macchina del turismo italiano? Nessuno lo sa con certezza, una delle ipotesi accreditate al momento è un ritorno al “turismo di prossimità”.
Il turismo di prossimità ha caratterizzato i decenni del Secondo Dopoguerra: prima dell’Unione Europea, quando ancora esistevano le frontiere nel nostro continente e non c’era la moneta unica, prima della diffusione di voli low cost e transoceanici, di viaggi con la formula “all inclusive” in mete esotiche, prima della generalizzata disponibilità economica che serve per viaggiare, le vacanze trascorrevano in villeggiatura al mare o nelle valli, tra escursioni e gite fuoriporta, le mete erano vicine e i viaggi brevi.
Si delinea – se saremo fortunati – una stagione estiva tutta italiana, principalmente perché per ragioni di prevenzione e sicurezza molti Stati potrebbero impedire l’ingresso di stranieri o imporre un periodo di quarantena, sicuramente non l’inizio ideale di una vacanza; specularmente, il turismo straniero in Italia sarà – per le medesime ragioni – ridotto o addirittura assente.
Le conseguenze di questa previsione, se si rivelerà corretta, saranno varie e con una risonanza ampia. Da un lato, la prossima estate, il settore turistico del nostro Paese e il relativo indotto a causa della contrazione delle presenze straniere subiranno una perdita molto importante che seguirà – come è noto – questi mesi di difficoltà e di entrate scarse, con il rischio concreto che non tutti gli operatori riescano a superarla. Un ulteriore aspetto riguarderà la nostra rinuncia ai viaggi all’estero con l’arricchimento culturale che portano in esperienze e conoscenze, il senso di libertà che regalano facendoci sentire cittadini del mondo e incontrando persone nuove e diverse. Ciò nonostante essere turisti in casa propria avrà degli aspetti positivi, scoprire il nostro territorio potrà offrire spunti per valorizzarlo e darci modo di apprezzarlo pienamente, ma c’è di più: con i nostri svaghi e divertimenti daremo un apporto diretto alla ripresa dell’economia italiana, ogni spesa contribuirà a dare nuovo impulso alle realtà locali.
Se si rivelerà corretto – come ipotizzato da alcuni medici – che le temperature più alte allenteranno la morsa del virus, il mare potrebbe rivelarsi preferibile alla montagna, dove forse sarà possibile anche immergersi dal momento che questo non sopravvive in acqua.
Si prospettano dei cambiamenti, inevitabilmente, ma ci si augura che questi rendano possibili le vacanze per gli Italiani: le postazioni balneari saranno distanziate di molto e ci sarà un numero massimo di persone presso ciascuna, la sabbia sarà periodicamente disinfettata, i ristoranti dovranno tenere precise accortezze e le mascherine diventeranno imprescindibili, anche per allontanarsi dal proprio ombrellone.
Sicuramente sarà una sfida, le cautele sono doverose, l’ingegno e lo spirito di adattamento dovranno accompagnare ogni fase di questa ripartenza fino a condurci ad una rinnovata generale floridità, senza dimenticare mai di guardare con gratitudine alle possibilità che il nostro Paese offre.
Dal cartaceo di maggio 2020
Anna Druda, ‘98 prestata alla classe 1997, sono al V anno di giurisprudenza. Mi affascinano molto storia e politica ma la mia grande passione sono le parole, il vero motivo per cui scrivo.